Nel mirino del quotidiano americano è finita GMobi, una compagnia con sede a Taipei, che, attraverso un’app preinstallata sui dispositivi prodotti dall’OEM Singtech, raccoglierebbe i dati degli utenti in modo da mostrare loro pubblicità mirate.
Tra i dati raccolti da questa applicazione figurerebbero IMEI, indirizzo MAC ed informazioni sulla localizzazione.
Secondo il CEO di GMobi, Paul Wu, però, la propria compagnia non avrebbe violato alcuna legge e, anzi, Singtech avrebbe permesso l’installazione di tale app per fornire update gratuiti ai propri clienti.
Sul sito della compagnia, alcuni nomi importanti come Xiaomi, Huawei e BLU figurano tra i partner. Le tre aziende, però, hanno negato di avere qualche accordo con GMobi.
Anche la cinese Adups e MoMagic, con sede in India, hanno offrono un simile servizio per l’aggiornamento dei firmware. Lo stesso CEO di MoMagic, inoltre, avrebbe ammesso di aver agito nel pieno rispetto delle leggi sulla raccolta dei dati degli utenti che, in Paesi come l’India ed il Bangladesh, sono poco restrittive.