Eric Schmidt ad Abu Dhabi:Google e la libertà d’informazione!

16 Marzo 20103 commenti

Ciao a tutti, ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi, si è tenuto il Media Summit, a cui partecipano i principali attori mondiali dell'universo dei media. In questa occasione il CEO di Google ha espresso per la seconda volta quello che sembra essere il nuovo motto complementare a "don't be evil" ovvero : mobile first! Come vi avevo riportato dal MWC lo scorso febbraio (link all'articolo: LINK), lo slogan mobile first, ovvero prima il mondo mobile, sembra essere il leitmotiv dell'azienda californiana. Il keynote è stato sulla falsa riga di quello tenuto a Barcellona, anche se nella parte di Q&A (domande e risposte)  sono emersi importanti spunti di riflessione, che analizzeremo nel seguito. Il keynote dura 45 minuti, di cui gli ultimi 20 fanno parte della sessione di Q&A, per chi non avesse voglia di guardarlo dopo il video vi sono alcune riflessioni fatte dal chairman di bigG:

httpv://www.youtube.com/watch?v=9GMjtOSvMDs

Iniziamo dalla parte più simpatica, ovvero un breve sketch comico tra Eric e un giornalista:

Giornalista: dove vanno a finire tutte le informazioni degli utenti?

Eric: nei server Google….

Giornalista: e chi vi ha accesso?

Eric: gli impiegati di Google, sotto forti restrizioni e regole.

Giornalista: questo mi spaventa!

Eric: preferivi che finissero nelle mani di qualche altra compagnia, o di qualche governo?!

Giornalista: non c’è il rischio che in futuro Google stesso diventi un governo?

Eric: non preoccuparti, i vari governi stanno lavorando duramente per prevenire questa evenienza!

Giornalista: lei prima ha parlato di 3 miliardi di persone, da dove verranno tutti questi consumatori, da Pandora (mondo del film Avatar, ndr)?

Eric: per quanto riguarda Avatar lascerò parlare Jim al posto mio, in quanto non riesco a comprendere bene la lingua Navi senza utilizzare Google Translator!

Dopo questa breve digressione, che comunque dimostra come il gigante dei motori di ricerca non riesca a liberarsi del problema sulla privacy neanche in medio oriente, le varie domande hanno affrontato molti temi di attualità che Google sta affrontando, o che comunque dovrà affrontare a breve termine.

Il più importante riguarda la tutela della libertà di espressione e di tutti i contenuti prodotti sulla rete, di come queste informazioni possano influenzare pesantemente il mondo politico ed economico un esempio è il seguente:

l’azienda di mountain view avrebbe potuto lanciare un servizio di previsione del valore delle azioni, sconvolgendo il mercato azionario, ma si è astenuta dal farlo in quanto avrebbe leso i principi di legalità su cui essa è fondata.

Secondo il CEO la rete mette tutte le persone sullo stesso livello, grazie a internet la democrazia può esprimersi nei modi più svariati, dando a tutti la possibilità di promuovere le proprie opinioni tramite ogni forma di comunicazione, sia essa musicale, testuale, o artistica.

A sostegno di ciò riporto un paio di esempi emersi durante la sessione:

  1. Utilizzo di twitter contro la repressione in Iran, a questo proposito viene anche chiarito come Google non possa intervenire in alcun modo per migliorare situazione del paese, poichè vi è una legge statunitense che vieta di trattare con l’Iran;
  2. Nel 2006 un senatore della Virginia venne sorpreso in atteggiamenti razzisti da un video caricato su youtube.
    Grazie a questo strumento di comunicazione,  la vicenda acquistò visibilità e il senatore perse le successive elezioni;

Da tutto ciò si evince come Google si faccia carico di una grossa responsabilità, un giornalista in sala la definisce addirittura come la prima azienda in grado di influenzare l’umanità! Consapevole di avere i riflettori di tutto il mondo puntati contro, essa cercherà di rispettare le norme che i vari stati in cui opera decideranno di imporle.

Concludo con alcune riflessioni fatte sull’azienda dal suo amministratore:

  • noi ci crediamo un’azienda differente dalle altre, tantè che possiamo permetterci di focalizzare la nostra mission sul trattamento dell’informazione e non sui ricavi!
  • Le persone che fanno un forte utilizzo della rete internet, tendono ad essere meno nazionaliste, più aperte e più tolleranti.
    Google vuole impegnarsi a migliorare sempre di più la traduzione testuale e vocale, per permettere a chiunque di esprimere le proprie idee ed essere capito dappertutto, in quanto la tolleranza dipende direttamente dalla comprensione: per tollerare bisogna prima conoscere e capire!

Che dire ottime parole quelle del CEO di Google, sperando che esse non siano solo di facciata, e non abbiano come unico scopo quello di allentare le continue pressioni sul rispetto della privacy a cui l’azienda è sottoposta in questo periodo!

Voi cosa ne pensate? concordate con Eric Schmidt oppure credete che sia solo retorica a sostegno del motto don’t be evil?

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