Sul suo account di Google+ infatti ha scritto
“my thoughts got particularly distorted… in a way that distracts from my central tenets.”
Il suoi pensieri quindi sono stati mal interpretati e non intendeva dire quel che è stato scritto. La sua principale preoccupazione era per i governi che praticano la censura, non per i siti troppo chiusi. E chiarisce anche che, per quanto non approvi la politica di chiusura di Facebook ed Apple, rispetta i propri concorrenti e non intende insultarli.
Tuttavia si tratta solo di un chiarimento e non di una smentita. Anzi, Brin rincara la dose sostenendo che in passato sono potuti nascere colossi come PayPal, Amazon, Ebay e Yahoo grazie al fatto che internet era libero. Ora siti del genere faticherebbero a nascere da zero e ad avere successo.
Come dargli torto? Se volete approfondire potete leggere il posto completo di Sergey Brin a questo indirizzo.