I due utenti in questione sono Dodd Harris e Stephen Sabatino: entrambi hanno acquistato un’applicazione a pagamento e ne sono rimasti insoddisfatti, ma non hanno potuto ottenere il rimborso perché erano passati i 15 minuti fatali. Per questo hanno deciso di denunciare Google in quanto ritengono che 15 minuti siano insufficienti per le norme della California sulla garanzia,facendo anche notare la differente politica degli App Store di Apple e di Amazon.
Google probabilmente dovrà correre ai ripari, la California non è Taiwan e rimuovere le app a pagamento dal paese sarebbe problematico per le vendite.
Anche in Italia si potrebbe porre la questione: le leggi a tutela del consumatore sono ben chiare sui tempi di rimborso per ogni acquisto effettuato online. Tuttavia, un software si può considerare come un oggetto fisico acquistato?
Probabilmente la soluzione sarebbe un giusto compromesso: tempistiche troppo generose potrebbero scoraggiare (ulteriormente) gli sviluppatori a lavorare su Android, dall’altra gli utenti potrebbero acquistare app più a cuor leggero e favorire la loro diffusione. Forse la cosa migliore sarebbe lasciare la scelta agli sviluppatori, con determinati limiti, in modo che siano gli utenti a premiare le applicazioni con tempi di rimborso migliori.
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