La fusione sembra, ad oggi, la migliore soluzione per riuscire a salvare l’azienda e creare un nuovo asset:
Con la separazione si avranno dei benefici regolatori compresa l’eliminazione del pricing orientato ai costi per l’Ngn, la stabilità dei ricavi per la rete d’accesso e una maggior flessibilità sulle nostre operazioni commerciali.
Inoltre, potremo ottenere ulteriori fondi per maggiori investimenti nel caso in cui parte dell’infrastruttura venisse venduta alla Cassa Depositi e Prestiti.
Secondo Bernabè, inoltre, il mercato delle telecomunicazioni sarebbe troppo frammentato, con un “numero di aziende troppo elevato”; anche per questo motivo, pensare ad una fusione potrebbe essere vantaggioso perchè ridurrebbe il numero di società nel mercato.
Oltre ai problemi finanziari che da mesi attanagliano Telecom Italia, in questo periodo l’Antitrust ha anche inflitto una multa di ben 103,794 milioni di euro a causa di due comportamenti scorretti.
Telecom Italia ha abusato, con due distinti comportamenti, della posizione dominante detenuta nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga, ostacolando l’espansione dei concorrenti nei mercati dei servizi di telefonia vocale e dell’accesso ad internet a banda larga.
Un situazione che si fa sempre più buia per Telecom, la fusione è davvero la migliore soluzione?