Secondo quanto stabilito dal giudice Alsup, le righe di codice Java contenute nelle API non sarebbero coperte da copyright, e quindi cadrebbero le accuse di Oracle contro Android, quindi Google.
Ecco la dichiarazione del giudice:
“In chiusura è importante fare un passo indietro ed analizzare appieno la parte dell’accusa. Dei 166 pacchetti Java portati in aula, 129 non sono stati violati in alcun modo e dei restanti 37, il 97 percento era parti di codice nuovo e liberamente replicabile.”
Adesso Oracle, per provare quanto portato in accusa, cioè la proprietà intellettuale delle righe di codice presenti in Java e ritrovate nelle API di Android, dovrebbe provare che le parti utilizzate da Google nello sviluppo della propria piattaforma siano molto simili a quelle del codice Java, cioè dovrebbe provare la propri accusa.
Ovviamente, questa porzione di codice, potrebbe anche essere utilizzata da altri produttori, e non solo da Google, per lo sviluppo di altri prodotti, che comporterebbe per Oracle ulteriori scontri legali.
Attualmente, possiamo considerare questa piccola sentenza come una piccola vittoria per Google, anche se il giudizio finale ancora non è stato rilasciato. Perciò dovremo attendere la sentenza finale ed il processo d’appello per porre fine anche a questo scontro.