Andrew Munn: perchè Android è meno fluido di iOS?

8 Dicembre 201181 commenti

Ieri vi avevamo presentato il post con il quale Dianne Hackborn, ingegnere di Google, tramite un post su Google+, avrebbe chiarito il concetto di accelerazione hardware in Android. Oggi, per chiarire un altro aspetto fondamentale dei sistemi operativi dei nostri device mobile, un ex ingegnere di Google, Andrew Munn, sempre sul famoso social network di Mountain View, ha voluto chiarire le differenze tra le diverse UI dei nostri sistemi operativi, Android, iOS e Window Phone 7. In parole Munn ha cercato di rispondere ad una domanda che tutti noi, almeno una volta, ci siamo posti: "Ma come mai la UI di Android è meno fluida rispetto a quella di iOS o WP7?".

Come tutti gli utenti Android sanno, purtroppo anche con più potenza, cioè con processori dual-core, e con più ottimizzazione come in Android 4.0 Ice Cream Sandwich con l’accelerazione hardware, questo problemi di fluidità anche se di minor frequenza, a volte anche assenti, purtroppo non sono scomparsi ed assenti come in Windows Phone 7 o iOS.

Quando abbiamo notato questi piccoli lag, che non creano problemi al sistema operativo, ma che maggiormente infastidiscono l’utente, tutti noi ci saremo chiesti come mai negli altri sistemi operativi come quello di Windows ed Apple ciò non accada. Per rispondere a queste nostre domande Andrew Munn ha realizzato un post sul proprio profilo su Google+.

Egli ci comunica che purtroppo le cause di questi micro-lag sono molteplici; la principale causa è la modalità con la quale in Android viene elaborato il rendering dell’intefaccia utente. Su Android tutto ciò viene gestito da un unico processo anche quando passiamo da un’applicazione all’altra con la stessa priorità, invece in iOS o WP7 tutto ciò viene gestito da processi diversi e con priorità differenti.

In poche parole se in Android stiamo eseguendo un’applicazione e vogliamo passare alla home, il sistema cercherà di gestire allo stesso tempo e con stessa priorità il rendering di tutte e due le interfacce, invece su iOS accade qualcosa di diverso, quando da un’app vogliamo passare alla home il sistema gestirà il rendering della nuova interfaccia, lasciando in secondo piano l’applicazione, in modo tale da risultare più fluido e meno “laggoso”.

Ciò non implica che il sistema operativo di Google offra prestazioni inferiori rispetto a sistemi operativi di Apple, Windows o WebOS; ciò semplicemente evidenzia una diversa filosofia di gestione dei processi all’interno dei sistema operativo. Forse questo problema è stato leggermente migliorato grazie all’arrivo nei nostri device di SoC dual-core, come con gli Exynos per Samsung ed i Qualcomm per HTC; purtroppo non succede lo stesso con i processori Nvidia Tegra 2.

Purtroppo anche con l’avvento di Honeycomb, e quindi dell’accelerazione hardware, molti utenti si sono lamentati dei lag di sistema, in quanto, prendendo in considerazione l’hardware e l’ottimizzazione, il SoC Nvidia ha da sempre dato problemi nella gestione della memoria, diversamente dai processori Exynos del colosso sud-coreano.

Munn, inoltre, ci comunica che non solo la diversa gestione dei Thread causa i micro-lag in Android, ma anche la presenza della Dalvik Virtual Machine che serve per caricare le applicazioni sui nostri device, e che in Ice Cream Sandwich è stato notevolmente migliorato.

Con l’avvento di ICS e, forse, con l’avanzare della tecnologia queste piccole differenze tra Android ed i diretti concorrenti presto saranno colmate. Per maggiori informazioni potrete leggere l’intero post di Andrew Munn.

 

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