Decreto Fare, la Camera prova a liberalizzare il Wifi pubblico in Italia [UPDATE] Vincoli eliminati

23 Luglio 201358 commenti

Come i nostri lettori più attenti ricorderanno, solo pochi giorni fa abbiamo visto che gli hotel italiani si collocano agli ultimi posti in Europa per presenza di servizi WiFi gratuiti. Questo è dovuto anche alla pesante burocrazia che affligge tanti settori della nostra economia: una problematica che la Camera sta provando a risolvere modificando il testo del Decreto del Fare.

Come riporta Il Sole 24 Ore, è allo studio una modifica delle norme relative al WiFi pubblico che dovrebbero entrare in vigore prossimamente con il Decreto. Il testo attuale, infatti, introdurrebbe nuovi obblighi per coloro che offrono questo servizio, che la modifica in esame vorrebbe eliminare.

Attualmente, l’articolo del Decreto riguardante il WiFi, dopo l’emendamento a firma Palmieri-Centemero (Pdl) recita:

1.Quando non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, l’offerta di accesso ad internet al pubblico tramite tecnologia WI-FI non richiede la identificazione personale degli utilizzatori. Non trovano applicazione l’articolo 25 del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259 e l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155. Resta fermo l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità del collegamento attraverso l’assegnazione temporanea di un indirizzo IP e il mantenimento di un registro informatico dell’associazione temporanea di tale indirizzo IP al MAC address del terminale utilizzato per l’accesso alla rete internet 

 

2.Il trattamento dei dati personali necessari per garantire la tracciabilità del collegamento di cui al comma 1 è effettuato senza consenso dell’interessato, previa informativa resa con le modalità semplificate di cui all’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e non comporta l’obbligo di notificazione del trattamento al Garante per la protezione dei dati personali.

In particolare, le righe in grassetto comporterebbero un aggravio ulteriore di 800-900 Euro per gli esercenti, secondo Stefano Quintarelli di Scelta Civica, che con il suo emendamento (bocciato) mirava alla completa abolizione degli obblighi.

Anche Paolo Gentiloni del PD protesta: “Sono costi e complessità burocratiche di cui il Wi-Fi non aveva bisogno”. Tuttavia, a causa delle tempistiche ristrette e della possibilità che sul Decreto venga posta la fiducia, le possibilità che il testo venga modificato sono poche.

Inoltre, anche se si riuscisse a rendere il WiFi pubblico completamente libero in Italia, resterebbe aperta la problematica relativa all’utilizzo improprio della rete. Quintarelli afferma: “La metafora è quella dell’automobile. Puoi prestarla a chi vuoi, ma se quello fa un reato sei corresponsabile”. Per i gestori si tratterebbe, dunque, di mantenere i sistemi d’identificazione via SMS previsti dalla vecchia legge Pisanu e tuttora in uso, sebbene non obbligatori: un peso decisamente inferiore da sostenere.

UPDATE 23/07 – Un pò a sorpresa, visto che sul provvedimento è stata posta la fiducia, l’emendamento di cui abbiamo parlato ieri che introduceva nuovi vincoli per il WiFi pubblico italiano è stato eliminato, come riporta il Corriere della Sera:

Colpo di scena, la liberalizzazione del Wi-Fi pubblico va avanti. Gli emendamenti approvati venerdì scorso, che complicavano il provvedimento fino, di fatto, a vanificarlo, sono stati eliminati da un intervento del presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia.

 

Si è verificato, in sostanza, l’auspicio di molti, noi compresi: è stato cioè ascoltato il parere di un esperto, il parlamentare Stefano Quintarelli, e oggi la norma recita: “L’offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite rete Wi-Fi non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori”.

 

[..]

 

Resta il tema della sicurezza e della responsabilità, sia per chi offre la connessione sia per chi utilizza le reti, ma almeno si liberano gli esercenti da una serie di interventi tecnici complicati e onerosi. E si dà loro la possibilità di rendere più attraenti gli esercizi grazie al Wi-Fi. Cosa che in tempi di crisi non è banale.

 

Sarà poi il singolo esercizio commerciale a decidere se introdurre o meno una password e l’utente a decidere se fidarsi o meno a utilizzare una rete di cui non è ben chiara la proprietà.

E’ stato inoltre liberalizzato l’allacciamento alla rete, in precedenza appannaggio degli installatori. C’è tuttavia il rovescio della medaglia: i fondi destinati all’abbattimento del digital divide passano da 150 a 130 milioni di Euro, a beneficio delle TV locali.

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