Google dichiara guerra alle bufale
Tale novità è finalmente disponibile anche in Italia, sull’onda dell’hashtag #bastabufale. Nella schermata condivisa di seguito possiamo osservare un chiaro esempio del suo funzionamento nei risultati di ricerca, andando a considerare una news veritiera ed una cosiddetta “bufala”:
Come si nota, sotto il primo risultato a sinistra compare la dicitura “Mostly True” mentre, a destra, ritroviamo un perentorio “False“.
Riportiamo testualmente alcune precisazioni di Big G, disponibili sul blog ufficiale:
Per la prima volta, quando viene effettuata una ricerca su Google che restituisce un risultato che contiene la verifica dei fatti di uno o più affermazioni pubbliche, questa informazione verrà chiaramente visualizzata nella pagina dei risultati di ricerca. Lo snippet mostrerà informazioni sulla dichiarazione verificata, da chi è stata fatta e se una fonte ha verificato quella particolare dichiarazione.
Queste verifiche dei fatti naturalmente non sono effettuate da Google e potremmo anche non essere d’accordo con i risultati, proprio come diversi articoli di fact checking potrebbero essere in disaccordo tra loro, tuttavia riteniamo che sia utile per le persone capire il grado di consenso attorno a un argomento e avere informazioni chiare su quali fonti concordano.
Per poter usufruire di questa etichetta, gli editori devono utilizzare il markup ClaimReview di Schema.org sulle pagine nelle quali effettuano il fact checking di dichiarazioni pubbliche o usare il widget Share the Facts sviluppato dal Duke University Reporters Lab e Jigsaw. Solo gli editori che sono algoritmicamente determinati come fonte autorevole di informazioni si qualificheranno per essere inclusi
Credete che l’iniziativa di Google possa concretamente scoraggiare la pubblicazione di notizie non corrispondenti alla realtà?