Recensione OnePlus 5T: il flagship killer sposa un nuovo formato

16 Gennaio 20186 commenti

OnePlus 5T è una piccola ma importante evoluzione del flagship della casa cinese che migliora principalmente in cinque punti l'ormai fuori produzione OnePlus 5 migliorando l'esperienza d'uso senza toccare l'hardware: scopriamoli insieme in questa recensione.

Ormai è sempre più chiaro, le case produttrici rilasciano uno smartphone top di gamma circa ogni 6 mesi: qualcuno opta per due gamme differenti (Samsung: S/Note, Huawei: P/Mate), altre aggiornano semplicemente il flagship presentato poco prima mandandolo fuori produzione. E’ questo il caso della cinese OnePlus che dopo aver presentato 3 e 3T nel 2016, nel 2017 ha proseguito su questa strada annunciando OnePlus 5 in estate e OnePlus 5T in autunno.

Unboxing

Le confezioni di vendita dei prodotti OnePlus sono da sempre già un’anticipazione di quella che è la cura e la precisione dei propri dispositivi. Anche per questo 5T troviamo una scatola rossa con coperchio bianco con una dotazione abbastanza buona. Troviamo in fatti il caricabatterie Dash Charge da 5V/4A, un cavo USB/USB C particolarmente spesso e resistente e, come novità, una cover in silicone che anticipa un po’ la scivolosità dello smartphone. Presente poi qualche guida rapida e la clip per estrarre il carrellino dove poter inserire le due Nano SIM.

Il dispositivo

A prima vista, non si può negare che OnePlus 5T condivida praticamente tutto con il suo predecessore, ma ci sono alcuni dettagli fanno la differenza.

Parlando in generale, 5T guadagna 2,1 mm di lunghezza 0,9 mm in larghezza e 0,05 mm (!!!) in spessore rispetto a OnePlus 5. Parliamo dunque di 156.1 x 75 x 7.3 mm contro 154.2 x 74.1 x 7.3 mm: complessivamente è dunque leggermente più grosso.

Ne grava anche il peso che passa da 153 g a 162 g: questa differenza si sente un po’ di più rispetto all’aumento dimensionale, ma l’usabilità non viene compromessa per soli 9 grammi in più.

Sulla parte frontale troviamo forse la principale novità di questo OnePlus 5T: il nuovo display da 6.01″ Optic AMOLED con un Aspect Ratio di 18:9, il nuovo standard ormai adottato da tutti i top di gamma nel corso del 2017. Le dimensioni di questo display, oltre a ridurre le cornici superiori e inferiori, hanno reso necessario la rimozione del sensore biometrico per le impronte digitali che è stato reso circolare e spostato sul retro, nella parte alta centrale. Come su OP5, il riconoscimento dell’impronta digitale è veramente fulmineo, uno dei più veloci in circolazione.

Sul retro troviamo poi la seconda novità che insita nel comparto fotografico. Mentre la prima lente è rimasta invariata con un sensore da 16 Megapixel e apertura f/1.7; la secondaria cambia: se prima avevamo un sensore da 20 MP f./2.6 con funzione teleobiettivo come un che, grazie ad una interpolazione software, consentiva uno zoom 2X, ora abbiamo invece un sensore sempre da 20 MP ma con apertura f/1.7 che ha la funzionalità di catturare una grande quantità di luce.

Confrontando OP5 e OP5T si nota anche una leggera differenza estetica inerente alle camere posteriori: nella nuova versione infatti la scocca in alluminio “circonda” il modulo fotocamera fino a superarlo di qualche decimo di millimetro in modo da andarne a proteggere il vetro.

Tutto il resto è veramente identico: porta USB di tipo C (2.0) con microfono, speaker e jack audio da 3.5 mm sulla parte inferiore; pulita la superiore. Il secondo microfono è sul retro tra le due fotocamere e il flash LED.

Pulsante di accensione/spegnimento e carrellino per le due Nano SIM sul lato destro; bilanciere del volume e slider per le 3 modalità di notifica a sinistra.

Nonostante l’aumento delle dimensioni e del peso non sia così importante (abbiamo visto che si tratta di pochi millimetri e pochi grammi), l’usabilità di questo smartphone rispetto al predecessore è sensibilmente differente per “colpa” (lecite le virgolette) del nuovo formato del display. Di fatti ora in quasi lo stesso form factor dobbiamo muovere il pollice per circa 1,5 cm in più in verticale rendendo dunque più difficile l’utilizzo con una sola mano e aumentando il rischio di perdere la presa sullo smartphone che a causa della scocca che è particolarmente scivoloso.

Di seguito il riepilogo delle caratteristiche tecniche complete.

Rete
Tecnologia GSM / CDMA / HSPA / LTE
Dispositivo
Dimensioni 156.1 x 75 x 7.3 mm (6.15 x 2.95 x 0.29 in)
Peso 162 g (5.71 oz)
Build Alluminio
SIM Dual SIM (Nano-SIM, dual stand-by)
Display
Tipo Optic AMOLED
Dimensione 6.01″ – 80.0% screen-to-body ratio
Risoluzione 2160 x 1080 pixel, 18:9 ratio (401 ppi)
Protezione Corning Gorilla Glass 5
– DCI-P3
Piattaforma
OS Android 7.1.1 Nougat
Chipset Qualcomm MSM8998 Snapdragon 835
CPU Octa-core (4×2.45 GHz Kryo & 4×1.9 GHz Kryo)
GPU Adreno 540
Memoria
SD No
Interna 128 GB, 8 GB RAM or 64 GB, 6 GB RAM
Camera
Primaria Dual: 16 MP (f/1.7, 27mm, 1/2.8″, 1.12 µm, gyro EIS) + 20 MP (f/1.7, 27mm, 1/2.8″, 1 µm), phase detection autofocus, dual-LED flash, check quality
Video 2160p@30fps, 1080p@30/60fps, 720p@30/120fps, check quality
Secondaria 16 MP (f/2.0, 20mm, 1.0 µm), gyro EIS, Auto HDR, 1080p
Batteria
 3300 mAh non rimovibile

Display

Insieme alla fotocamera, il display è una delle novità più interessanti di questo OnePlus 5T che monta infatti, come anticipato, un pannello da 6.01″ Optic AMOLED in formato 18:9 che occupa circa l’80% della superficie frontale raggiungendo 401 ppi con una risoluzione Full HD di 2160 x 1080 pixel. Ottima la qualità complessiva del display con colori molto vicini alla realtà e angoli di visione pressoché perfetti. Nessun problema rilevato alla luce diretta del Sole.

Nelle impostazioni possiamo gestire inoltre la modalità notturna decidendo se attivarla automaticamente in una certa fascia oraria e con quale intensità o la modalità di lettura introdotta su OnePlus 5 che, per determinate applicazioni definibili, rende il display completamente in scala di grigi per facilitare appunto la lettura dei contenuti. E’ inoltre possibile calibrare il display scegliendo tra sRGB, DCI-P3, Adaptive mode o personalizzare la tonalità tra caldo e freddo. Come da tradizione è anche possibile optare per un tema scuro che rende nera la maggior parte dell’interfaccia.

Già viste e immancabili la possibilità di attivare lo schermo quando si solleva il telefono e l’opzione Schermo Ambient che attiva lo schermo alla ricezione di una notifica con la tonalità in scala di grigi.

Fotocamera

Nella recensione di OnePlus 5 avevamo elogiato la casa cinese per aver finalmente accorciato le distanze con la concorrenza per quanto concerne il comparto fotografico che è sempre stato uno dei punti deboli dei prodotti OnePlus.

Su OnePlus 5T arriva un’ulteriore svolta per la camera posteriore cha abbandona il telephoto 2X come secondo obiettivo (non completamente: è comunque disponibile un pulsante rapido per lo zoom a 2X grazie ad un nuovo algoritmo che riduce la perdita di qualità) sposando al suo posto un sensore f/1.7 che entra in gioco nelle condizioni di scarsa (molto scarsa, sotto i 10 lumen) luminosità. Il lavoro è tendenzialmente svolto tutto lato software grazie alla Intelligent Pixel Technology originariamente introdotta sulla camera frontale di OnePlus 3T. Il funzionamento è piuttosto semplice: vengono uniti 4 pixel in uno solo riducendo il rumore e ampliando la chiarezza dell’immagine. I risultati sono molto buoni, peccato solamente che si ottengano solo in condizioni veramente critiche; per tutto il resto del tempo la seconda camera è completamente disattivata.

Test in condizioni di scarsa o scarsissima luminosità:

Test Zoom 2X:

Completamente non è proprio la parola esatta, è infatti rimasta disponibile la modalità “Ritratto” che, sfruttando le due fotocamere, realizza il tanto conosciuto effetto bookeh con lo sfondo sfocato. I risultato sono ottimi anche in queste circostanze grazie ad un importante lavoro svolto dall’algoritmo multi-frame di OnePlus 5T che confronta frame della stessa scena per eliminare inconsistenze e migliorare la qualità generale dell’immagine. Lo “scontornamento” non sembra ben fatto durante lo scatto ma fa ricredere una volta terminata l’elaborazione, perciò non fatevi ingannare. Dalle impostazioni è poi possibile salvare sia la foto tradizionale sia quella con effetto sfocato.

Di seguito, a sinistra le foto originali, a destra quelle con effetto bookeh.

La qualità dell’obiettivo principale è rimasta invece invariata dispetto al precedente modello. Anch’essa monta un sensore da f/1.7 ma da 16 Megapixel in grado di catturare una buona quantità di luce in condizioni normali e un’ottima gamma cromatica.

I video possono essere girati fino alla risoluzione 4K e anche in 1080p a 60 fps. Assente purtroppo di nuovo la stabilizzazione ottica dell’immagine. Prima o poi OnePlus vorrà accontentarci.

L’interfaccia è stata leggermente ridisegnata nella nuova Oxygen OS (4.7.6 al momento in cui scriviamo) ma non sono state introdotte nuove funzioni: resta sempre divisa in tre modalità: Video, Foto, Verticale (pessima traduzione dall’inglese “Depth Effect”, ovvero effetto profondità); quest’ultima non deve ingannare perché funziona anche in orizzontale senza problemi.

Per ciascuna delle tre modalità, abbiamo nella parte superiore (o di lato in modalità landscape) alcuni settaggi rapidi. Per i video la risoluzione (720p, 1080p, 1080p 60FPS, 4K) e flash; per le foto il timer, l’HDR (disponibile anche con funzionalità automatica, consigliata) il formato (4:3, 18:9 o 1:1) e di nuovo flash. Per le foto con effetto sfocato abbiamo invece solo il timer.

Con uno swipe verso l’alto si accede invece ad un pannello contenente altre 4 modalità:

  • Slow motion: solo 720p
  • Time-lapse: 720p o 1080p
  • Panorama: solo in portrait (verticale)
  • Pro: gestione di ISO, Bilanciamento del bianco, tempi di esposizione, fuoco e esposizione. Presente anche un istogramma per la misurazione della luminosità e la temperatura del colore.

In generale siamo rimasti molto soddisfatti dalla fotocamera, ma sebbene si sia molto avvicinata ai top di gamma concorrenti, non è ancora agli stessi livelli. Bene la doppia fotocamera, ma ricordiamo cosa è in grado di fare Google Pixel 2 XL con un solo obiettivo.


Guarda il test fotografico a risoluzione originale:

Galleria Fotografica OnePlus 5T

Di seguito test di ripresa in 1080p a 60 FPS e in 4K.

Software

Sebbene OnePlus 5T sia stato annunciato poco dopo il lancio di Android 8.0 Oreo, è stato da subito ed è tuttora venduto con Android 7.1 Nougat e riceverà il nuovo aggiornamento solo tra qualche settimana in quanto il programma beta è iniziato da poco. Inutile dire che questo abbia dato un po’ di dispiacere, ma fa comunque ben sperare data la grande community che si cela dietro alla Oxygen OS.

Bando alle ciance: forse il vero punto forte degli smartphone OnePlus è proprio il software, l’interfaccia utente, la Oxygen OS: una versione praticamente stock di Android ma con quelle piccole migliorie che rendono molto più piacevole l’utilizzo quotidiano.

Nulla cambia da questo punto di vista rispetto a OnePlus 5 perchè CPU, GPU e RAM sono gli stessi. Parliamo infatti di un Qualcomm Snapdragon 835 abbinato a 8 GB di RAM LPDDR4X e 128GB di memoria interna con GPU Adreno 540. Il connubio di tutto ciò è un’esperienza utente estremamente fluida, pronta e – cosa più importante per noi – stock basta su Oxygen OS.

La stessa OnePlus riferisce che OxygenOS è disegnata per affinare le funzionalità alla base di Android con utili feature e ottimizzazioni senza toccare ciò che già funziona alla perfezione. Il risultato è un’esperienza utente stock ma migliorata. Le funzionalità vengono introdotte solo se ritenute veramente necessarie e in grado di offrire un plus all’utente finale.

Nella nuova Oxygen OS lanciata con OP5T troviamo alcune nuove funzionalità che saranno poi condivise al momento dell’aggiornamento anche sui modelli precedenti.

  • App Simili: un’altra infelice traduzione dall’inglese Parallel Apps (applicazioni parallele). Consente di duplicare applicazioni come Fcaebook, Instagram, Linkedin, Skyoe, Telegram, Twitter e perfino Whatsapp per utilizzarle con due account completamente differenti.
  • Gallery Map: all’interno della galleria è ora disponibile la voce “Luoghi” da cui è possibile osservare le foto scattate in base alla geolocalizzazione.

Parlando invece di Personalizzazione è possibile decidere quante colonne mostrare nella Home Screen, forma e dimensioni delle icone, icone e pulsanti da mostrare nella barra di stato e delle notifiche.

Essendo il formato 18:9 una delle principali novità di questo OnePlus 5T, sono stati definitivamente rimossi i due pulsanti soft touch che da diversi anni accompagnano il sensore biometrico sulla parte frontale. Non è mai mancata la possibilità di disabilitarli per far posto ai tasti a schermo, ma ora è un obbligo. OnePlus ha comunque lasciato la possibilità di nascondere e riprendere l’intera barra di navigazione con i pulsanti indietro, home e multitasking per poter godere a pieno del display a 18:9 a piacimento.

E’ possibile inoltre realizzare screenshot estesi a scorrimento e attivare la modalità Gioco – Non disturbare che si attiva automaticamente – se impostata – mentre si gioca.


Consulta la sezione OnePlus 5T sul nostro forum:

Androidiani Forum: OnePlus 5T


 

Face Unlock

Una delle funzionalità introdotte da OnePlus 5T è lo sblocco facciale (Face Unlock) che, ci piace ricordarlo ogni tanto, era stata già introdotta nel lontano 2011 da Samsung e Google con Android Ice Cream Sandwich sul Galaxy Nexus e poi abbandonata per inutilizzo generale da parte degli utenti. Apple l’ha rimessa in gioco in modo molto più avanzato introducendo la tridimensionalità, ma OnePlus si è “limitata” a dotare il software di un riconoscimento intelligente basato semplicemente sulla fotocamera frontale in 2D e ben 100 punti facciali. Il risultato è sorprendente: rapidissimo (più di iPhone X) e molto ma molto preciso.

Lasciamo parlare anche i più grandi Tech Reviewer del mondo in questo video di OnePlus:

Batteria

OnePlus 5T monta la stessa identica batteria da 3300 mAh di OnePlus 5 che alimenta lo stesso hardware ma con qualche pixel in più. Se i risultati erano ottimi prima, non possono che esserlo anche adesso. Un utilizzo molto intenso con chat, email, social, qualche gioco e qualche telefonata copre una intera giornata senza problemi, siamo certi che con un utilizzo più “normale” si arrivi anche ben oltre.

Come orma di consueto, all’interno della confezione di vendita troviamo l’alimentatore Dash Charge da 5V/4A che ricarica in maniera mostruosamente rapida lo smartphone. Nel video che segue, OnePlus mostra come in soli 30 minuti si riesca a passare dal 2% al 57% sbaragliando completamente la concorrenza.

Conclusioni

Questo OnePlus 5T ci è davvero molto piaciuto seppur a cambiare dal precedente modello – che ricordiamo è fuori produzione – sono principalmente display, fotocamera e posizione del sensore biometrico. L’evoluzione è stata ben realizzata dal nostro punto di vista ma solo pochi fanatici possessori di OP5 decideranno di cambiare anche se, non lo neghiamo, ve lo consigliamo vivamente.

Avremo preferito forse vedere una maggiore maneggevolezza che siamo certi vedremo con OnePlus 6 che avrà il via per cambiare qualcosa di più sostanzioso anche a livello di design (la serie T è di norma una “piccola” evoluzione) e, speriamo, la possibilità di avere la tanto accesa certificazione IP68 come gli altri top di gamma al momento in commercio.

OnePlus 5T è acquistabile direttamente sul sito OnePlus al prezzo di 499€ per la versione 6/64 GB e 559€ per quella da 8/128GB nell’unica colorazione Midnight Black. A breve potrebbe tornare disponibile anche il bellissimo Sandstone White nel taglio 8/128 GB che risulta temporaneamente esaurito.

Disponibili all’acquisto anche varie cover di ottima qualità realizzate nei più vari materiali come il kevlar e il legno. I prezzi sono sono bassissimi (si parte da quasi 22€ fino a sfiorare i 32€) ma il risultato sullo smartphone è veramente ottimo e tutte conferiscono un gran grip pur modificando abbastanza sensibilmente l’estetica.

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