Xiaomi Hybrid : la recensione

19 Gennaio 201653 commenti

Nella precedente recensione riguardo le Dazzle, molti di voi hanno commentato consigliandomi di provare il modello più performante, denominato Hybrid. I vostri pareri enormemente positivi mi hanno suscitato notevole curiosità e mi sono quindi sentito moralmente costretto ad entrare in possesso di un paio per poterle provare e darvi così le mie impressioni.

Xiaomi Hybrid rappresentano l’ultimo arrivato in casa Xiaomi nel settore hi-fi e si contraddistinguono principalmente per la presenza di due driver separati che consentiranno agli auricolari di gestire individualmente le frequenze basse e quelle medie-alte per garantire una maggiore qualità complessiva dell’audio.

Nonostante la presenza di questi nuovi componenti, il prezzo è in qualche modo rimasto ancora intorno ai 20€ e rendendo Xiaomi Hybrid un vero affarone sulla carta visto che auricolari con tecnologia analoga, Hybrid IEM, si possono trovare solo su prodotti che costano ben di più di quello in analisi quest’oggi.
Come ha fatto Xiaomi a proporre quindi un paio di cuffie Hybrid a un prezzo così stracciato? Bella domanda.

Quello che è certo è che Xiaomi non ha lavorato da sola al progetto, infatti nella realizzazione delle Hybrid hanno partecipato sia la startup 1More, fondata da alcuni dipendenti Foxconn e ora di proprietà Xiaomi, che l’italianissimo Luca Bignardi che ha contribuito alla corretta equalizzazione del suono.

Prima di cominciare con la recensione ci tengo a precisare quanto segue:
siamo su un blog di Androidiani, non di audiofili, e parliamo di un prodotto molto economico e progettato per i più.
Le mie impressioni saranno basate esclusivamente sull’utilizzo degli auricolari attraverso smartphone e con MP3 al bitrate di solitamente 320kbps. Inoltre mi sono munito di una licenza poetica che mi permetterà di usare impropriamente il termine “cuffie” riferendomi agli auricolari, tanto anche voi chiamate “scotch” il nastro adesivo.

 

Tipologia Auricolare In-Ear
Lunghezza 1,25 metri
Peso 14 grammi
Jack 3,5 millimetri
Impedenza 32 ohm
Frequenza 20 ~ 20’000 Hz
Sensibilità 101 dB

UNBOXING

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Xiaomi Hybrid, sotto questo aspetto, non riesce a mantenere l’alta qualità offerta dalla serie Piston. Non più avremo l’elegante e professionale custodia, ma un semplice cartoncino che appare come un piccolo alieno nella sezione frontale. Cartoncino che, una volta aperto, non sarà più possibile richiudere e usarlo come custodia. (Ho usato una foto trovata online per mostrare la confezione proprio per questo motivo, visto che non sono riuscito a ricreare la situazione originale dopo averle aperte).

Molto probabilmente questa scelta è dovuta alla presenza del dual driver che implica un costo maggiore del prodotto rispetto alle precedenti Piston, quindi per non far lievitare il prezzo Xiaomi ha deciso di tagliare sulla confezione.
Giusto? Secondo me sì. Certo, avere la custodia figa come le Piston avrebbe fatto piacere a tutti, ma in termini pratici, è davvero così utile? Io, dopo aver usato le Piston, non le ho mai più riposte nel box originale proprio perché è una procedura che richiede troppo tempo e che ovviamente nessuno ha voglia di fare.

A parte quanto detto, il contenuto della confezione rimane il medesimo: le Xiaomi Hybrid, ovviamente, i tre earbuds delle differenti taglie e un manuale di istruzioni o chissà che, tutto perfettamente in cinese.

LE CUFFIE

Andiamo per ordine.

Per prima cosa troviamo il jack da 3,5mm placcato in oro. Solitamente si usa questo materiale perché è un buon conduttore di elettricità ed è di difficile corrosione.
Non fatevi però fregare dal nome, questa si rivela essere una mera mossa di marketing in quanto l’oro dà automaticamente l’idea di qualcosa di esclusivo. A livello pratico, per noi utenti finali cambia ben poco, specie utilizzando le cuffie su un semplice smartphone.
La struttura intorno al jack mi dà l’idea di essere piuttosto resistente, elemento di importanza notevole visto che spesso è in questa zona che si verificano i danni che portano poi alla morte delle cuffie.

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Continuando, abbiamo il cavo rivestito in Kevlar che permette di aumentare la resistenza dello stesso ed evitare i fastidiosi ingarbugliamenti. Questo almeno in teoria, perché gli aggrovigli si verificheranno comunque, anche se saranno più semplici da risolvere.
Il rivestimento in Kevlar non è totale e infatti si ferma all’altezza dell’Y-Splitter (zona di biforcazione del filo), dove in seguito sarà semplice silicone, scelta che non mi ha convinto interamente perché questa è una sezione molto fragile e che anch’essa è spesso vittima di danni che portano al KO del prodotto.

L’ultimo elemento che ci separa dall’uscita audio è il microfono a tre pulsanti. Con questo è possibile svolgere alcune piccole azioni senza la necessità di prendere in mano lo smartphone. Probabilmente saprete già quali sono prima ancora che ve le descriva, ma in ogni caso sono queste:

  • Tasto Centrale: Accettare/Chiudere la chiamata in corso, mettere in pausa la musica, passare al brano successivo (doppio tap), riavviare il brano in ascolto (triplo tap)
  • Tasto Superiore: alzare il volume
  • Tasto Inferiore: abbassare il volume

La scelta del doppio tap per cambiare traccia non mi è mai piaciuta perché non la trovo sempre efficace, mi piacerebbe poter fare ad esempio una lunga pressione sul tasto superiore per cambiare traccia e una su quello inferiore per riavviarla. Sì, lo so, si può fare una cosa analoga con Xposed, ma di default sarebbe meglio.

Da notare un piccolo upgrade rispetto alle Piston: i tasti presentano un piccolo rialzo che permette di identificarli rapidamente al tatto.

amic

Siamo giunti ora alla sezione più importante, ossia quella di inserire nell’orecchio. La realizzazione è in alluminio e plastica, e per quanto riguarda la forma e tutto ciò che vi gravita attorno passiamo al prossimo paragrafo.

aear

 

ergonomia

Quando si parla di auricolari in-ear, il comfort e il feeling delle stesse è tanto importante quanto l’audio emanato. Nessuno vuole ascoltare musica per periodi di tempo prolungati se questo significa soffrire nel tenere le cuffie nell’orecchio!

Le Xiaomi Hybrid hanno una forma ergonomica che ricalca l’anatomia dell’orecchio e per questo si possono perfettamente infilare nel condotto uditivo in maniera poco invasiva, comodità aumentata dal leggero peso complessivo, pari a solo 14 grammi e che quasi ti fa dimenticare di averle inserite.

Per avere una perfetta ergonomia è necessario avere earbuds all’altezza del compito.
Questo aspetto andrà, seppur indirettamente, a modificare anche la qualità del suono per cui è necessario scegliere una dimensione che sia, nei limiti pratici, il più vicino possibile al chiudere completamente il condotto uditivo.
Con tre diverse dimensioni dei gommini, non ci dovrebbero essere problemi a trovarne uno che calzi a pennello. Ovviamente sono realizzati in silicone e quindi appariranno sempre impolverati.

Ok, ma nella pratica come sono queste Hybrid?
La prima parola che mi viene in mente è “comode“, non mi spaventa minimamente indossarle anche per qualche ora e l’isolamento acustico è veramente al top, se le uso a casa non sento praticamente nessun rumore, mentre per gli ambienti esterni questo è vero solo se il volume in uscita è impostato oltre il 70% generalmente.

AUDIO

Siamo ora giunti al piatto forte della recensione, ossia come nell’effettivo si comportano queste cuffie che finora sono state praticamente solo elogiate.

Prima cosa, il dual driver: nonostante permetta sulla carta di avere una riproduzione molto fedele del suono potendo individualmente gestire bassi e medi-alti (invece di avere un’unica unità che si occupa di entrambi), questa è ancora lontana dall’essere perfetta.
Indubbiamente le cuffie puntano troppo sui bassi che, nonostante siano di elevatissima qualità, non fanno altro che affossare la nitidezza dei medi e degli alti. Questo difetto è facilmente riscontrabile in alcuni generi musicali, in particolare per quanto riguarda Rock e Metal.
Non mi sento però di segnalare questo come un problema, perché i casi sono due: o uno è poco esperto e a queste cose nemmeno ci fa caso (in ogni caso la riproduzione dei medi e alti e decisamente superiore a cuffie dello stesso prezzo) oppure ci si mette due secondi a impostare un equalizzatore che riesca a dare perfettamente il suono desiderato.
Se, come me, usate ViPER4ANDROID sul dispositivo, avrete un paio di auricolari che riescono a riproporre quasi perfettamente sia bassi che medi. (ViPER Clarity Settings: almeno 6dB in Normal, il resto diventa quasi opzionale)

Il volume in uscita dichiarato è di 101 decibel, assolutamente più che sufficienti per ascoltare musica in casa (risultando secondo me fin troppo elevato nella maggioranza dei casi), mentre per ambienti esterni e quindi con maggior rumore circostante questo non sarà sempre vero, nonostante l’eccellente isolamento acustico passivo delle cuffie.
Meglio per noi, evitiamo di sfasciarci i timpani.

VERDETTO FINALE

Xiaomi Hybrid è un prodotto che, ancora una volta, riesce a dimostrare l’estrema qualità e l’attenzione al dettaglio che Xiaomi garantisce in qualsiasi oggetto porti il suo nome, riuscendo lo stesso a tenere prezzi che definire bassi sarebbe un eufemismo.
Ottima qualità dell’audio, comodità ed ergonomia praticamente al massimo del massimo e il tutto a soli 17€ (circa).
Siamo davanti a un best-buy talmente grosso da non dover nemmeno prendere in considerazione l’idea di acquistare un altro prodotto che non sia Xiaomi Hybrid, da quando le ho messe all’orecchio non sono più riuscito a togliermele.

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