Degli aumenti delle tariffe dell’equo compenso abbiamo diffusamente parlato negli scorsi mesi e giorni. Torniamo a parlarne per segnalare la posizione dell’Antitrust in merito: secondo l’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato, nei prezzi di smartphone, tablet e prodotti interessati dovrebbe essere specificato l’ammontare dell’equo compenso: ma non ci era stato detto che dovevano essere i produttori a pagare?
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Equo compenso, ecco il decreto: tasse in rialzo anche su smartphone e tablet
Niente da fare: ci sono state aspre proteste, discussioni, ripensamenti, è persino cambiato il ministro, ma come spesso succede, in Italia alcuni provvedimenti volti alla difesa di determinati orticelli vanno approvati senza se e senza ma, nonostante da più parti ne venga evidenziata senza tema di smentita l’assurdità e l’anacronismo. Come avrete capito, l’aumento delle tariffe dell’equo compenso non ci è piaciuto nemmeno un pò.
Eric Schmidt bacchetta l’Italia digitale, Franceschini replica con la storia medievale
L’Italia, si sa, non è certo un Paese che fa dello sviluppo digitale uno dei propri punti di forza: lo sappiamo e lo sa bene anche il presidente di Google Eric Schmidt che, a Roma, ha invitato il nostro governo a fare di più in merito, messaggio non esattamente recepito alla perfezione dal ministro Franceschini.