Durante il secondo giorno infatti, in tribunale, Larry Page (CEO di Google), mentre era impegnato a rispondere alle domande dell’avvocato di Oracle, avrebbe affermato che Android per Google è importante, ma non essenziale. Inoltre ha affermato che non era a conoscenza delle politiche di Google riguardo la copia della proprietà intellettuale delle altre compagnie, ma ha comunque ribadito che l’azienda non ha fatto niente di male.
Ha anche insistito sul fatto che Google non avrebbe usato parti di codice protetti da proprietà intellettuale, affermando:
“Siamo stati molto attenti riguardo che informazioni usare e quali non usare“
continuando anche a ripetere che Oracle non può chiedede i diritti d’autore su certe parti di Java, un linguaggio software open-source.
Un affermazione che potrebbe lasciare molti di stucco, quella del CEO di Google, è come se Android fallisse, o diventasse un incredibile successo (non lo è già?) all’azienda di Mountain View non cambiasse niente. Ma sarà veramente così?