Malware, trojan e spyware negli smartphone di Xiaomi, Huawei e Lenovo

4 Settembre 201549 commenti

G DATA ha diffuso un importantissimo comunicato stampa da cui emergono dati a dir poco allarmanti circa la sicurezza, in relazione ad una considerevole percentuale di smartphone con a bordo Android.

Ecco un estratto della notizia:

2,5 miliardi di persone in tutto il mondo sono online per mezzo di un dispositivo mobile. Chattare, navigare e fare acquisti online è possibile in qualsiasi luogo e momento grazie a smartphone e tablet. Parallelamente a questo sviluppo, negli ultimi tre anni si è visto aumentare in modo esponenziale il numero di applicazioni contenenti codici malevoli”, spiega Christian Geschkat, responsabile del reparto Mobile Solutions di G DATA. “Sin dallo scorso anno osserviamo un chiaro aumento di dispositivi il cui firmware viene modificato e dotato di applicazioni spia ancor prima della consegna all’utente.

Nei test di laboratorio, effettuati su un campione specifico di circa 26 dispositivi, sono stati rilevati molteplici file “sospetti” non soltanto in relazione a piccole aziende ma anche all’interno di prodotti commercializzati da brand certamente più noti, come appunto Xiaomi, Huawei e Lenovo. Tuttavia, almeno secondo G DATA, non bisognerebbe addossare ogni responsabilità solo in capo ai produttori, in quanto sussisterebbero concrete ipotesi circa il coinvolgimento degli intermediari, che si frappongono tra le case produttrici e la grande distribuzione. In più casi, è stato infatti accertato come questi ultimi fossero i principali artefici di tali modifiche a livello software, implementando malware e spyware che hanno poi compromesso la sicurezza del sistema operativo, oltre che la privacy dell’utente.

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