HTC One A9: la recensione

2 Novembre 201519 commenti

Presentato lo scorso 19 Ottobre, HTC One A9 è lo smartphone con cui "si vociferava" la casa taiwanese avrebbe dovuto rilanciarsi, ripartendo da una situazione economica molto difficile a causa di un drastico calo di vendite dovuto ai prodotti presentati recentemente che non hanno convinto la clientela. L'impresa è riuscita? Scopriamolo.

One A9 è un dispositivo che fin dai leak ha fatto parlare molto di se vista la netta – inutile negarlo – somiglianza con iPhone 6/6S; tuttavia (non per discolpare HTC) è bene ricordare che la prima ad adottare un design di questo tipo fu proprio HTC a partire da One S, riprendendolo poi a partire da One M7: unibody in alluminio con bande superiori ed inferiori per le antenne, Apple è arrivata dopo con iPhone 6.

Realizzato completamente in metallo, One A9 non manca purtroppo dell’effetto “saponetta” tipico di questi dispositivi; complice di ciò è anche lo stile dei bordi che risultano arrotondati e del display 2.5D i quali estremi sono ricurvi rendendo assente praticamente qualsiasi tipo di scalino come era invece presente (forse fin troppo) su One M9. Come da tradizione HTC,gli spazi anteriori sono organizzati “male”: troppi bordi superiori e inferiori, incrementati dalla presenza del pulsante per il riconoscimento biometrico a discapito degli speaker stereo frontali, da anni plus indiscusso degli smartphone HTC, che vengono eliminati e sostituiti da una cassa mono posta sul lato inferiore al fianco della porta Micro USB, del microfono e dell’uscita audio da 3.5mm.

Il bilanciere del volume è situato sul lato destro del dispositivo affianco al pulsante per l’accensione e spegnimento che presenta una zigrinatura molto marcata che lo rende individuabile in qualsiasi situazione incrementando nel suo piccolo la presa.

Sul lato sinistro troviamo invece i due slot per nano SIM e Micro SD. Quest’ultima, grazie ad Android 6.0 Marshmallow è possibile formattarla come memoria interna ed utilizzarla per l’installazione di applicazioni, utile nel caso di smartphone con poco spazio di archiviazione interno (non molto in questo caso insomma).

Il lato superiore, almeno nella colorazione Opal Silver, non ci piace assolutamente: presenta infatti una grande banda bianca di materiale plastico/gommato, avremo preferito un mascheramento diverso.

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Posteriormente troviamo la fotocamera da 13 Megapixel con doppio flash LED (due colori) con il secondo microfono per la soppressione dei rumori di sottofondo. Presenti inoltre le due barre di plastica per facilitare la ricezione delle antenne.

Sistema Operativo Android 6.0 con HTC Sense 7
Processore Qualcomm Snapdragon 617, octa-core 64-bit, 4×1.5GHz+4×1.2GHz
RAM 2 GB
Memoria interna 16 GB espandibile tramite microSD fino a 2TB
Display 2.5D, 5.0 inch, Full HD 1080p, Corning Gorilla Glass4
Batteria 2150 mAh con supporto QC2.0 e compatibile con QC3.0
Fotocamera posteriore 13 Megapixel con lente in vetro zaffiro f/2.0 OIS e sensore BSI
Fotocamera anteriore 4 Ultrapixel f/2.0
Peso 143 g
Dimensioni 145.75×70.8.x7.26mm

Display

HTC torna indietro nel tempo con il display di One A9 che è di tipo AMOLED da 5 pollici protetto da un vetro Gorilla Glass 4. La resa dei colori è molto buona, solo in alcuni casi abbiamo riscontrato una non corrispondenza come sull’applicazione SoundHound dove l’arancione non rispecchia la realtà. Incredibile la visibilità sotto la luce diretta del Sole, da questo punto di vista è lo smartphone migliore che abbia mai provato. La tecnologia AMOLED rende poi ampissimo l’angolo di visuale che resta ottimo anche dai punti più estremi.

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Dalle impostazione è possibile selezionare il profilo colore scegliendo tra AMOLED (predefinito e consigliato) e sRGB. Presenti inoltre la modalità “guanti” per l’aumento della sensibilità nell’utilizzo invernale e le gesture “Motion Launch” che consentono di interagire con dispositivo mantenendo lo schermo spento per accedere alla home, alla fotocamera o a una particolare schermata. Il double-tap-to-unlock è ancora una volta disattivo se lo smartphone si trova su una superficie pianeggiante.

Fotocamera

HTC One A9 monta una fotocamera posteriore da 13 Megapixel con OIS e sensore BSI. Parlando proprio di OIS (il quale movimento è visibile anche ad occhio nudo) funziona molto bene nello scatto soprattutto in modalità manuale o in generale in ambienti poco luminosi quando il tempo di apertura aumenta, ma durante i video crea delle distorsioni e degli scatti nell’immagine che non sono di certo graditi. La registrazione video/audio nel complesso è comunque buona anche in ambiti molto rumorosi come una discoteca dove il test è stato superato al 100%. Oltre alla modalità di registrazione Rallenty che non necessità di spiegazioni, è stata introdotta la nuova Hyperlapse con la quale verranno realizzati video in Time Lapse nei quali sarà possibile selezionare la velocità di riproduzione selezionando fino a 3 segmenti con differenti frame per secondo. Il tutto sarà fruibile da Zoe dalla galleria.

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Parlando puramente di fotografie riassumiamo in un “bene ma non benissimo“: abbiamo riscontrato qualche difficoltà nella riproduzione fedele dei colori in condizioni normali dove un comune prato (dunque verde) risulta esageratemente saturo con colori scuri e non reali. In altri scenari invece si comporta regolarmente catturando i colori così come sono. Qualche problema anche al buio dove il doppio flash è insufficiente e non riesce ad illuminare l’ambiente circostante.

Di seguito alcuni esempi nella nostra galleria.

HTC con la nuova Sense 7 ha semplificato l’interfaccia della fotocamera rendendo fruibile all’utente solamente quello di cui ha bisogno lasciando nella schermata principale la selezione di flash, HDR, fotocamera (posteriore/frontale) e dello scatto prolungato (una foto/video dal quale vengono automaticamente selezionati i 3 migliori fotogrammi da poter salvare singolarmente).

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Tutto il resto è stato spostato nella funzione Pro che integra ora una modalità RAW (quindi non compressa) per le quali fotografie sarà possibile eseguire un editing (molto più “lite” di come ce l’avevano venduta inizialmente, è bene dirlo) direttamente dallo smartphone senza utilizzare software di elaborazione dell’immagine: in poche parole premendo il pulsante “RAW” all’interno della foto scattata, questa verrà automaticamente migliorata in luminosità, colori, saturazione ecc, senza compressione. Di seguito trovate due esempi (screenshot dal dispositivo): le foto di sinistra sono prima l’elaborazione RAW, quelle di destra sono invece dopo l’elaborazione RAW:

Infine trovate un esempio di registrazione in condizioni particolarmente difficili.

httpvh://youtu.be/0Yc4CDlG1fc

Software

One A9 è equipaggiato con l’interfaccia HTC Sense 7 unita per la prima volta ad Android Marshmallow, questo è infatti il primo smartphone non Nexus ad essere equipaggiato da subito con la versione 6.0 del sistema operativo di casa Google. Si è parlato molto di quest’ultima release e inizialmente ci si poneva il dubbio sul perché a Mountain View avessero deciso di saltare direttamente alla numerazione 6.0 e non procedere con la serie 5.X viste le poche modifiche visibili “a prima pelle”, ma nell’utilizzo quotidiano ci si ricrede immediatamente.

Con l’implementazione di Marshmallow HTC ha – almeno per ora su A9 – perso un po di stile e personalità eliminando alcune funzioni e applicazioni che hanno da sempre contraddistinto le serie del produttore taiwanese; parliamo dell’impossibilità di modificare la barra di navigazione (senza dunque riordinare i pulsanti o aggiungerne) e dell’assenza del – fantastico – browser stock di HTC (forse il migliore in circolazione) in favore di Chrome, e di HTC Auto, molto utile per l’utilizzo appunto alla guida; mentre il primo è reperibile senza problemi sul Play Store, la seconda non è al momento disponibile forse per un semplice discorso di incompatibilità con Android 6.0. Android 6.0 porta anche un maggior controllo di accessibilità ai contenuti da parte delle applicazioni: ogni volta che un’app dovrà infatti accedere a qualcosa all’interno del dispositivo (foto, contatti, posizione, fotocamera ecc..) un pop-up ci informerà consentendoci di approvare o negare la richiesta. Addirittura l’applicazione Facebook Messenger non mostra di default l’anteprima “floating” delle notifiche ma va attivata manualmente.

HTC come anticipato abbandona anche un po’ il comparto audio rimuovendo gli speaker stereo e sostituendoli con uno soltanto posto sul lato inferiore, potente ma non minimamente equiparabile con i precedenti; oltre a questo è stata rimossa anche l’applicazione Musica, anche qui in favore di Play Music che troviamo preinstallato. Non escludiamo che siano state fatte precise direttive da parte di Google, ma per scoprirlo dobbiamo attendere il rilascio di nuovi dispositivi da parte di altri produttori.

Non mancano comunque le motion gesture per sbloccare il dispositivo, l’apprezzato Blinkfeed, la bellissima applicazione Meteo e i due punti forti Zoe e Temi che non deludono mai.

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Il sensore di impronte digitali posizionato sulla parte frontale funziona in modo veramente rapido, alla pari della concorrenza di iPhone 6S, Honor 7 e Mate S che sono al momento i più veloci in commercio. Il posizionamento è favorevole ad uno sblocco anche a dispositivo poggiato su una scrivania e consente di registrare fino alle classiche 5 dita. Tale riconoscimento può essere inoltre utilizzato per confermare i pagamenti sul Play Store e, quando sarà disponibile in futuro, per utilizzare Android Pay.

L’avvento di Android 6.0 ha incrementato la sicurezza e la protezione dei dati personali in modo veramente “pesante” (passatemi il termine): ogni applicazione deve richiedere tramite un pop up l’accesso a ogni cosa alla quale è autorizzata e l’utente è obbligato a confermare o negare tale accesso voce per voce: ad esempio l’applicazione Messenger di Facebook chiede l’accesso alla galleria se vogliamo inviare una foto o alla localizzazione se la attiviamo durante una chat, inoltre le heads notification (il famigerato tondino con l’immagine profilo del nostro interlocutore) di default è disattivato in quanto “invasivo” e va attivato manualmente dalle impostazioni. Inoltre, se impostiamo un PIN di sblocco, all’accensione ci verrà richiesto per decriptare la memoria interna: dopo 30 tentativi verrà automaticamente eseguito un ripristino ai dati di fabbrica.

Il nuovo processore Snapdragon 617 (per la prima volta in commercio) accompagnato da 2GB di RAM e dallo splendido lavoro effettuato da HTC in collaborazione con Google, rendono One A9 uno smartphone performante, sempre pronto e piacevole da utilizzare in qualsiasi situazione per effettuare sia le normali operazioni, sia per chiedere qualcosa di più.

Batteria

Quando ho letto che la capacità della batteria era di soli 2150 mAh ammetto di aver detto “OK, a ora di pranzo serve un battery pack”. Ebbene, mi sbagliavo: l’ottimizzazione che HTC ha svolto coadiuvando le proprie tecnologie e i propri sistemi di risparmio energetico insieme alle novità introdotte da Android 6.0 (Dooze, ad esempio), consentono a One A9 di arrivare tranquillamente a sera con un uso normale con chiamate, foto, chat, email e social network.

Oltre alle ormai classiche funzioni di risparmio energia standard (che limita l’utilizzo di dati e CPU) ed estremo (il quale limita al minimo indispensabile le funzioni dello smartphone – che tanto smart non è più), troviamo l’opzione Ottimizzazione batteria dalla quale abbiamo accesso ad una lista di tutte le applicazioni scegliendo per ognuna se desideriamo ottimizzare o meno i consumi. In tutta onestà non è molto chiaro il funzionamento e attivando o disattivando le singole app non si nota una gran differenza (forse solo effetto placebo).

Conclusioni

Non sapevo cosa aspettarmi da HTC One A9, lo hanno spacciato per un dispositivo di fascia medio/alta dal prezzo contenuto (sotto i 600€ al lancio) ma si è rivelato un top di gamma sia a livello di prestazioni, sia economico: su alcuni store si parla infatti anche di 649€, ma la conferma arriverà solamente a partire dai primi di Novembre quando sarà ufficialmente disponibile nelle colorazioni Carbon Gray e Opal SilverTopaz Gold e Deep Garnet (questi ultimi due a partire dal 2016 in Italia) nell’unica versione da 16GB con memoria espandibile.

Sono rimasto personalmente piacevolmente molto sorpreso da questo HTC One A9 per come si è comportato nei nostri giorni di test, tuttavia non sarà lo smartphone che rilancerà HTC: il produttore ha bisogno di un prodotto con queste caratteristiche ma ad un prezzo veramente accessibile, sotto ai 500€. Per ripartire al 100% sarebbe inoltre molto favorevole realizzare un dispositivo simile al Moto G intono ai 200€ che continua a vendere come non mai grazie al rapporto qualità/prezzo praticamente imbattibile.

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