HTC e il suo futuro incerto

11 Febbraio 2014127 commenti

Questa settimana abbiamo deciso di soffermarci a riflettere su HTC, azienda che negli ultimi mesi sta vivendo un periodo tutt’altro che idilliaco.


Innanzitutto, High Tech Computer è una compagnia decisamente importante per tutti gli appassionati di Android. Infatti, è stata la prima a commercializzare uno smartphone basato sul nostro amato robottino verde. Proprio per questo motivo, dobbiamo ammettere di essere decisamente tristi nel vedere i suoi recenti risultati finanziari.
Tuttavia, non tutto è perduto a nostro parere. C’è ancora un’ultima possibilità.

[PREMESSA: Questo articolo esprime pareri puramente personali, quindi voglio chiedere scusa in anticipo se questi non andranno a genio a tutti quanti.]

Un po’ di… matematica!

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Prima di tutto, dilettiamoci con un po’ di matematica.
Sono usciti da poco i risultati del Q4 del 2013 di HTC. L’azienda taiwanese è riuscita ad evitare il secondo trimestre consecutivo di perdite, ma c’è anche da rilevare un calo nelle entrate. Quest’ultime, infatti, sono state pari a 42,9 miliardi di dollari taiwanesi (se la conversione non è errata, attorno a $1,4 miliardi), in calo rispetto ai NT$60 miliardi (circa $2 miliardi) del Q4 del 2012, con un utile netto di solo NT$310 milioni (circa 10,2 milioni di dollari). L’EPS (earnings per share) è di NT$0,38, mentre il margine lordo è pari al 17,8%. E’ quasi una boccata d’aria fresca per HTC, ma i risultati non sono proprio esaltanti.

Proviamo a fare un paragone con le “migliori della classe”.
Apple ha avuto entrate per $57,6 miliardi, con profitti pari a $13,1 miliardi e con un EPS di $14,08Samsung ha invece avuto entrate totali per $55,13 miliardi, con profitti pari a $7,73 miliardi. E’ vero, queste sono le aziende che fatturano di più nel campo della tecnologia, ma ci permettono comunque di analizzare i risultati finanziari di HTC in un contesto ben preciso.

Il fallimento dell’HTC One

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Capiamoci, l’HTC One non è stato un totale fallimento. Anzi. E’ stato, infatti, fortemente acclamato dalla critica generale e molte persone a stretto contatto con il mondo tecnologico l’hanno definito come il miglior smartphone Android.
Nessun dispositivo con a bordo il sistema operativo di Google, prima dell’HTC One, aveva mai avuto una così elevata qualità costruttiva, andando a sfidare direttamente Apple.

Tutto questo, però, non è bastato.
Sebbene lo stesso CEO di HTC, Peter Chou, avesse aspettative altissime per questo smartphone, il mercato ha parzialmente dato una risposta negativa, preferendo i top di gamma di Samsung o di Apple.

In parte, il problema è stato certamente il marketing. Come hanno affermato di recente gli stessi dirigenti di HTC, il marketing non è mai stato importante per la compagnia. “Male” è la prima cosa che ho pensato. Sebbene un prodotto non dovrebbe (mai) dipendere strettamente da quanto viene pubblicizzato, viviamo purtroppo in un mondo in cui la verità è questa.

Perchè Samsung e Apple vendono bene? Sì, producono ottimi prodotti, ma la pubblicità gioca un ruolo chiave. Sarà un caso che spendono miliardi e miliardi di dollari in marketing?

Ovviamente per un’azienda che naviga in cattive acque finanziarie, è difficile “sperperare” soldi in marketing, ma è quello che dovrà assolutamente fare HTC con il successore del One. Non può permettersi un altro fallimento.

Ci sono stati anche altri problemi con l’HTC One, ma sono per lo più “personali”, cioè che variano da persona a persona. A mio parere, ad esempio, la fotocamera (anche se l’idea degli Ultrapixel è ottima) aveva veramente molti limiti. Diciamo che se HTC riuscisse a migliorare la fotocamera e la batteria, si avrebbe finalmente fra le mani un vero gioiello.

Un HTC Nexus?

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Ci sono stati alcuni rumors, di recente, che vedrebbero HTC produrre un tablet Nexus (ci sono sia voci per un 8” che per un 10”). Saremmo contenti di vederne uno? Certo. Sarebbe conveniente per HTC? Non proprio.

Ammettiamolo, i dispositivi Nexus non fanno guadagnare “valanghe” di soldi ai produttori, sia perchè mirano ad una ristretta cerchia di utenti (seppur questa si stia allargando negli anni) sia perchè Google punta a creare un qualcosa di potente, ma ad un prezzo accessibile a tutti.

Il “programma Nexus” serve a Big G per mostrare quanto possano essere avanzati i dispositivi Android e per mostrare quale dovrebbe essere la “strada” da intraprendere (o meglio, questo era l’obiettivo iniziale), ma serve anche ai produttori per mettersi in mostra e, magari, farsi anche qualche piccolo fan.

Tuttavia, secondo noi, non sarebbe conveniente per HTC. Sì, è vero, sogniamo un Nexus prodotto dall’azienda taiwanese con materiali eleganti ed un’ottima qualità costruttiva, ma se guardiamo alle finanze, tutto questo sarebbe un rischio.
La domanda è semplice e vi invito a dare una risposta sincera: perchè disperdere energie per produrre un dispositivo che rende “poco” all’azienda, quando possono impegnarsi per produrre il loro top di gamma/futuri smartphone che porterebbero anche profitti maggiori?

Ecco il motivo per cui, secondo noi, HTC non dovrebbe fare un Nexus.
Non sicuramente quest’anno, magari più avanti.

L’HTC M8: la grande speranza di HTC

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Il successore dell’HTC One è cruciale per l’azienda. CRUCIALE. Non mi piace essere catastrofista, ma, a mio parere, se HTC sbaglia anche con questo smartphone (in termini di vendite), potrebbe rischiare anche di chiudere.

Ci sono alcune voci, confermate anche da Jerry Hildebrand di Android Central nell’ultimo loro podcast (episodio 170), che affermano che ci sono molti dirigenti/ingegneri di HTC che hanno già preparato un piano B, perchè temono di trovarsi in una nave che sta affondando.

Non si tratta di una sentenza o di un fatto assolutamente certo, anzi. Tutto è ancora da decidere, perchè l’azienda taiwanese potrebbe avere un asso nella manica: l’HTC M8. Potrebbe davvero essere lo smartphone del cambiamento, quello che venderà anche bene. Alcuni indizi potrebbero, infatti, preannunciarlo.

Partiamo dalle (presunte) specifiche tecniche:

  • Display da 5” con risoluzione 1080p
  • Doppia fotocamera da 6/8 Ultrapixel
  • 2 (o più) GB di RAM
  • Sense 6.0

Non ne sappiamo moltissimo, è vero, ma, come scritto in precedenza, se manterranno una qualità costruttiva simile all’HTC One (quasi confermato), migliorando la fotocamera e, magari, migliorando anche la batteria, potrebbe essere potenzialmente un “mostro” di smartphone. Aggiungiamoci una sana dose di marketing e il gioco è fatto.

Altro punto a favore di HTC: secondo alcuniimportanti blog americani che parlano di tecnologia, l’interesse verso il Galaxy S5 potrebbe essere decisamente scemato se confrontato all’interesse mostrato l’anno scorso per l’S4 (hanno confrontato le visualizzazioni delle notizie e dei rumors sull’S5 con quelle dell’S4). Se questo si rivelasse vero, e cioè che meno gente è interessata ad acquistare un top di gamma Samsung, sarebbe un’ottima opportunità per HTC e non solo per “fare soldi”. E vi spieghiamo anche perchè nel prossimo paragrafo.

Creare “fiducia”

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Un altro dei motivi per cui Samsung ed Apple “vincono” è perchè gli utenti sono “virtualmente fidanzati” con loro. Se andate a controllare le statistiche che periodicamente fanno uscire su quale sarà la marca del prossimo smartphone che andranno a comprare i clienti americani, 7/10 dicono Apple, il resto Samsung (ovviamente è una stima esagerata, ma diciamo che dà l’idea).

HTC deve riuscire a coinvolgere gli utenti, a guadagnare la loro fiducia. E’ una cosa incredibilmente complicata, che non si può compiere dalla sera alla mattina, ma che si potrebbe cominciare a sviluppare a partire dal prossimo top di gamma. HTC dovrà dimostrarsi capace di produrre smartphone di altissima qualità, sbalordendo chi vorrà acquistare nei prossimi mesi un nuovo dispositivo top di gamma.

Altro passo fondamentale: non dovrà deludere i possessori attuali di HTC One, “dimenticandosi” di loro.

La fiducia verso il marchio “HTC” è un grosso problema, al pari del marketing, forse. Conosciamo molte persone che non acquistano più HTC per problemi con gli aggiornamenti, ad esempio, i quali arrivano in ritardo rispetto agli smartphone delle altre aziende o, peggio, non arrivano proprio.

Questo è una specie di consiglio ed appello ad HTC: guarda Motorola. E’ vero, non è un gran esempio di azienda con profitti elevati, ma è riuscita (almeno temporaneamente) a creare fiducia attorno al proprio marchio. Molti hanno acquistato Motorola perchè è diventata sinonimo di aggiornamenti rapidi e assicurati.

Come ci sono riusciti? Arriviamo al prossimo paragrafo.

“Stock” Android

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[PREMESSA: Dopo aver letto i vostri commenti, ci tengo a precisare che con questo paragrafo non voglio assolutamente dire che la Sense sia una pessima skin, anzi. Voglio solamente portare alla luce alcune ragioni per cui, secondo il mio parere, farebbe bene a basarsi su altro.]

La Sense non è la peggiore delle skin proprietarie, lo ammettiamo. Tuttavia, HTC dovrebbe completamente abbandonare Sense e buttarsi su “stock” Android, cercando di aggiungervi alcune delle funzioni per cui gli utenti amano il software di HTC.

I motivi sono svariati. Innanzitutto, basarsi su “stock” Android significherebbe andare a velocizzare tutto quel lunghissimo procedimento per aggiornare il robottino verde all’ultima versione, favorendo anche l’attaccamento dei clienti al marchio e permettendo ad HTC stessa di “mantenere” più a lungo i telefoni rilasciati nel mercato.

Eh già, perchè non lavorare ad una skin proprietaria significherebbe anche poter impiegare in maniera “più intelligente” le proprie risorse ed i propri ingegneri, focalizzandosi su (poche) funzioni utili per l’utente che andrebbero a migliorare l’esperienza “stock” e permettendo anche di collocare una parte delle forze al mantenimento degli smartphone “più anziani”.

Ovviamente, tutto questo è una teoria personale, ma che non dovrebbe discostarsi troppo dalla realtà. L’esempio lampante è (stato) Motorola.

Probabilmente, molti appassionati di Android si butterebbero a capofitto su uno smartphone simile, non credete?

[CONCLUSIONE: Credo che molti stiano interpretando nel modo sbagliato le mie parole. Vorrei che HTC si basasse su “stock” Android e che lo andasse a perfezionare con le migliori applicazioni e funzioni di Sense. Vorrei che HTC “costruisse” sulle fondamenta di Android stock, migliorandolo con le buone funzionalità della Sense, e non che le demolisse completamente per sviluppare la sua skin proprietaria. Spero di essermi fatto comprendere.] 

La strategia mid-range

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Presentando i risultati del Q4 2013, la co-fondatrice di HTC, Cher Wang, ha affermato che “il problema dell’azienda taiwanese è stato concentrarsi solamente sull’HTC One” e che ovvieranno a questo problema “introducendo dispositivi “mid-range” durante il 2014″.

La prima volta che abbiamo letto questa notizia, la reazione è stata: “meh”.

Sebbene logicamente non sia del tutto errato, quello non è stato l’unico problema di HTC nel 2013, e personalmente non sono nemmeno un grande appassionato della strategia “alla Samsung” di attaccare il mercato con dispositivi di qualunque genere e di qualsiasi fascia di prezzo, senza avere un piano ben preciso. Non vuol dire che sarà anche questo il caso di HTC e “la storia” ci insegna che si possono creare ottimi dispositivi a basso costo, come ha fatto Motorola con il Moto G.

Sì, c’è un grande mercato low/mid-range là fuori, ma questa fascia è diventata molto aggressiva e spietata se non si ha un’idea ben strutturata e solida. Infatti, andare a produrre smartphone a basso costo “anonimi” potrebbe, alla lunga, danneggiare più che aiutare HTC.

L’azienda taiwanese dovrebbe trovare la giusta formula per produrre dispositivi che riescono a distinguersi dalla massa. Dovrebbe dotarli di caratteristiche migliori rispetto ai concorrenti della stessa fascia di prezzo, che possono trattarsi di una migliore batteria o fotocamera, oppure piccole aggiunte dal lato software.

Andare alla rinfusa in un mercato delicato come questo, ampiamente dominato da Samsung o da varie aziende cinesi, potrebbe causare parecchi danni all’economia di HTC, soldi che potrebbero essere spesi (forse) meglio.

La sorpresa: i dispositivi indossabili

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Personalmente, sono certamente convinto che il futuro convergerà tutto sui dispositivi indossabili (i cosiddetti wearables) e, quindi, sono rimasto contento e curioso quando Cher Wang ha affermato che arriverà un dispositivo indossabile HTC prima di Natale e che, soprattutto, avrebbero risolto il grosso problema della batteria.

Ecco, la batteria. Questo mi ha reso VERAMENTE curioso. Risolvere il problema dell’autonomia per uno smartwatch, ad esempio, potrebbe ipoteticamente andare anche a beneficiare gli smartphone. Ben vengano batterie con tecnologie migliorate e che durano di più.

Torniamo ai dispositivi indossabili dopo questa breve divagazione. Anche qui, sarà difficile per HTC distinguersi dato che davvero tutti stanno producendo qualcosa, ma uno smartwatch con un’ottima batteria, un design premium (come quello dell’HTC One) e che si connetta a tutti i dispositivi Android (vi prego, non solo a prodotti HTC), potrebbe vendere anche abbastanza bene. Specie se accompagnato da offerte (e, sì, lo stiamo per dire, marketing) come quelle di Samsung con il Galaxy Gear.

Il futuro

PeterChou

Cara HTC, purtroppo il futuro non è rosa e fiori, ma tutto in salita.

Non sarà facile per l’azienda taiwanese rialzarsi da un periodo simile, soprattutto perchè in molti la danno già per spacciata.

Non è così, però. Con un piano preciso e con mosse decise nei momenti giusti, stando particolarmente attenti a non fare passi falsi, allora potremmo vedere il primo produttore Android rialzarsi e distinguersi da una marea di altri smartphone.

Il destino è tutto nelle tue mani, HTC.

(Fateci sapere nei commenti quali sono i vostri pensieri, se siete d’accordo o in cosa non lo siete. Ogni opinione è DAVVERO apprezzata!)

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