Google ed il bisogno di essere “di più”

11 Ottobre 201616 commenti

Il 4 ottobre Google ha svelato al mondo una nuova gamma di hardware interconnessi: due smartphone, chiamati Pixel, uno smart speaker, un headset VR, un router Wi-Fi e un dongle per lo streaming multimediale. In tal modo, il colosso di Mountain View punta per la prima volta ad integrare i suoi prodotti all'interno di un unico, grande ecosistema posto al servizio dell'utente.

Ma, ancor di più, Google ha deciso di dedicare anima e corpo alla creazione di questi prodotti, cimentandosi nella progettazione e nella realizzazione del nuovo hardware, entrando così in diretta competizione con Apple. Ed i Pixel rappresentano in maniera inequivocabile questo deciso cambio di rotta operato dal colosso di Mountain View, che abbandona la gamma Nexus per abbracciare una nuova filosofia, volta alla creazione di prodotti premium perfettamente integrati all’interno di un più grande ecosistema.

Google ha realizzato diversi dispositivi in passato ma, fino ad ora, tali prodotti sono stati creati per rispondere alla missione principale di Google: la ricerca. Dal disastroso Nexus Q al sorprendente Chromecast, i prodotti di Big G sono stati sempre realizzati da divisioni separate, senza seguire una vera e propria strategia comune. Ciò è però cambiato nell’aprile di quest’anno, quando Google ha assunto l’ex presidente di Motorola, Rick Osterloh, in qualità di dirigente della sezione hardware.

Ad oggi, l’hardware prodotto da Google passa attraverso la divisione di Osterloh – che ne verifica le finalità e l’uniformità del design. Dando uno sguardo ai nuovi dispositivi del colosso di Mountain View, si nota sin da subito la maggiore la coesione nelle forme rispetto al passato, dando l’impressione che tutti questi prodotti provengano dalla stessa compagnia. L’estetica non è minimale come quella proposta da Apple o futuristica come quella di Samsung, ma permette un approccio semplice ed intuitivo al prodotto, quasi familiare.

Google non sta più sperimentando con l’hardware: ora, la compagnia statunitense sa perfettamente come muoversi sul mercato. E, anche se ciò ha portato all’interruzione di Project Ara e alla cessione di Google X alla holding Alphabet, ha d’altro canto permesso al colosso di Mountain View di focalizzare le proprie attenzioni sulla nuova strategia di mercato, arrivando così alla creazione di una nuovo ecosistema #MadeByGoogle.

google pixel

Il controllo totale del progetto rappresenta un cambiamento radicale per Google. Basti pensare al programma Nexus, concepito come una sorta di “piattaforma di riferimento” per gli OEM, in grado di gettare le basi per i dispositivi Android prodotti nei mesi a venire. Tant’è che, in quest’ottica, le vendite dei Nexus hanno sempre avuto un ruolo marginale per Google, intenzionata a sfruttare questi smartphone per mostrare al mondo intero le potenzialità della nuova versione di Android.

Ad oggi, ciò non è più necessario. Il programma Nexus ha portato a termine la sua missione perché i produttori Android non hanno bisogno che Google mostri ancora loro la via. Certo, i nuovi Pixel sono prodotti da HTC ma è stata la compagnia di Mountain View a dirigere il progetto, dettando regole e linee guida ben precise. Inoltre, i Pixel non si basano su alcuno smartphone HTC ad oggi realizzato e, tanto nelle vendite quanto sul retro del dispositivo, figurerà nient’altro che il nome di Google.

In tal modo, Google si trova per la prima volta a concorrere direttamente con Apple, offrendo uno smartphone premium, dotato di un design elegante e di caratteristiche tecniche da top di gamma. Ma, ovviamente, non è tutto. Per conquistare i consumatori è necessario ben altro, ed il colosso di Mountain View lo sa bene. I nuovi Pixel possono infatti vantare un servizio di assistenza dedicato, disponibile 24 ore su 24 e facilmente accessibile tramite un’apposita voce del menu.

Nonostante ciò, la vera chicca è senza ombra di dubbio rappresentata dal nuovo assistente vocale, Google Assistant, naturale evoluzione di Google Now. Questo è integrato in modo più marcato all’interno del sistema operativo e fa affidamento su avanzate tecniche di machine learning per fornire in ogni situazione la migliore esperienza d’uso possibile. Inoltre, al momento i nuovi Pixel sono gli unici smartphone in grado di disporre del nuovo Pixel Launcher, nonché dell’inedita piattaforma per la realtà virtuale sviluppata da Google, Daydream.

Se Assistant avrà successo, diverrà con ogni probabilità il nuovo standard nelle ricerche web, e non solo. A differenza di Siri o Cortana, Google Assistant non ha un nome proprio e questo perché, in tal modo, il sistema potrà rappresentare al meglio tutto ciò che Google è e che Google fa. Inoltre, rispetto a Siri, Google Assistant è sorprendentemente intelligente. Quest’ultimo può infatti rispondere alle nostre domande leggendo specifiche sezioni presenti all’interno di pagine Web o, ancora, eseguire determinate azioni direttamente in app. Ad esempio, con il comando “mostrarmi il profilo Instagram di Beyoncé”, Assistant non si limiterà ad aprire Instagram, ma condurrà l’utente sul profilo dell’artista.

google home

Assistant si fa ancora più interessante se abbinato a Google Home, accessorio costituito da un piccolo altoparlante che recepisce il comando “OK Google” e risponde di conseguenza alle nostre domande. Ad esempio, si può chiedere di riprodurre una determinata canzone tramite Spotify o, in alternativa, di trasmettere sul televisore un video presente su YouTube grazie a Chromecast. Assistant potrà inoltre fornirci informazioni riguardanti i nostri impegni giornalieri, o cercare per noi la ricetta culinaria preferita.

Ecco quindi ben delineata la nuova strategia di mercato di Google, che punta per la prima volta a creare un ecosistema interconnesso ed al completo servizio dell’utente. Niente più prodotti fini a sé stessi, bensì dispositivi perfettamente integrati in un più grande progetto, teso al pieno soddisfacimento dei consumatori. Le aspettative sono alte e, indipendentemente dal numero di vendite, Google continuerà su questa strada, sviluppando nuovi sistemi atti a facilitare le operazioni quotidiane e a migliorare la vita degli utenti. Apple ha un nuovo rivale da non sottovalutare.

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