La linea Nexus, l’asse Google-Samsung e “Lenovorola”

31 Gennaio 2014127 commenti

Sebbene non siano stati annunciati smartphone "ultrarivoluzionari" o tablet "troppo incredibili per essere veri", questa è stata forse una delle più importanti settimane per quanto riguarda Android. Prima, Eldar Murtazin annuncia che, secondo alcune sue fonti, la linea Nexus verrà terminata nel 2015, poi Google decide di vendere Motorola all'azienda cinese Lenovo. In mezzo, tuttavia, ci sono state notizie altrettanto importanti, che forse per alcuni non hanno niente a che fare con tutto questo, ma che, in verità, vanno a completare il quadro generale. Analizziamole tutte insieme, passo per passo, e in ordine cronologico.


Nexus: fine della linea nel 2015?

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Premessa: quello che dice Eldar Murtazin non bisogna prenderlo come fatto assolutamente certo, si tratta pur sempre di rumors e da qui al 2015 molte cose possono cambiare. Tuttavia, siamo (quasi) d’accordo sul fatto che la linea Nexus vedrà la fine, più prima che poi, ma solo a certe condizioni.

Iniziamo con dire che i segnali ci sono tutti, soprattutto la comparsa degli smartphone “Google Play Edition“. Ma la fine della linea Nexus, se pensiamo a noi clienti e a Google, ha senso? Ci sarebbero dei vantaggi?

Per quanto riguarda i clienti, ci sarebbe un grosso vantaggio: finalmente, infatti, potremo avere dei veri e propri top di gamma come “Nexus”, senza compromessi, insomma. Tuttavia, non possiamo fare a meno di pensare che ci sarebbe anche un grosso svantaggio: chi sta più attento al prezzo, non potrà più contare su di uno smartphone “anomalo” come quello di Google. E’ vero anche che Motorola sta producendo ottimi dispositivi a basso costo, ma non sappiamo se continuerà con questa strategia ora che è stata acquistata da Lenovo.

Per Google, invece, è una cosa sensata? Qui sorgono i primi dubbi su che strategia intraprendere. Quando abbiamo letto il tweet di Murtazin per la prima volta, ci sono tornate in mente le parole di un ingegnere Google che, descrivendo il “programma Nexus“, disse:

Noi dobbiamo testare e sviluppare Android su un determinato tipo di hardware (i Nexus). Quindi, se dobbiamo produrre un centinaio di smartphone per noi Googlers, perchè non produrne qualche migliaio in più e venderlo anche ai fan di Android?

Questo non può ovviamente cambiare in futuro, ma, forse, avrà sfumature diverse. Gli ingegneri Android, probabilmente, cominceranno a sviluppare il robottino verde basandosi sui futuri smartphone “Google Play Edition”, che non è pura fantascienza, ma una cosa totalmente fattibile.

Tuttavia, qui si presenta un bivio per quanto riguarda il software: o Google comincia a lavorare a strettissimo contatto con i produttori, o impedisce a questi di aggiungere degli “accorgimenti” ad Android. Cosa intendiamo per “accorgimenti”? E’ semplice. Come ricordiamo, HTC e Samsung hanno aggiunto particolari funzioni ai vari One Google Play Edition e Galaxy S4 Google Play Edition, i quali permettono di utilizzare alcune caratteristiche specifiche dell’hardware, come l’utilizzo di Boomsound o il corretto funzionamento delle smart cover.
Se dobbiamo sbilanciarci, Google imboccherà la prima strada, lavorando a strettissimo contatto con i produttori e aggiungendo ad Android particolari funzioni.

Quindi, ecco la domanda centrale: cosa ci riserva il futuro?
Un futuro bellissimo, a nostro avviso.
Un futuro in cui potremo scegliere fra tanti Google Play Edition (che cambieranno nome, un “rebranding“, come suggerisce Murtazin) che soddisferanno i gusti di tutti. Un futuro in cui Google si concentrerà di più ad innovare tramite software (ambito smartphone e tablet), più che hardware.
Insomma, un futuro migliore per noi Androidiani.. ma peggiore, forse, per i nostri risparmi.

Anche se, forse, il futuro potrebbe riservare ulteriori sorprese, come potrete intuire nei prossimi paragrafi.

Asse Google – Samsung & Lenovorola

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Purtroppo, non possiamo non trattare queste due notizie insieme, anche perchè siamo convinti che le coincidenze non esistano. Iniziamo con l’affermare che l’accordo raggiunto tra Google e Samsung è la notizia più importante della settimana. Questo, infatti, va decisamente oltre la semplice condivisione di brevetti, aprendo scenari incredibili per Android, e che implica anche la cessione di Motorola. Giriamoci intorno e partiamo dal principio.

Motorola è stata acquistata da Google nel 2011 per 12.5$ miliardi, una cifra astronomica. Subito, Big G si è “sbarazzata” della parte che non gli interessava direttamente, cioè la divisione “set-top box”, guadagnando dalla cessione 2.35$ miliardi.
Tutti hanno immediatamente pensato che Google volesse diventare “come Apple”, cominciando a produrre personalmente software e hardware.
Beh, ci siamo tutti sbagliati di grosso.
La verità è che Google ha acquistato Motorola soltanto per i brevetti. Quella che era in realtà una scommessa, si è rivelata presto una spesa inutile, dato che in tutte le cause in cui i brevetti di Motorola sono stati utilizzati, Big G non ha ricavato tanto, per non dire nulla. Aggiungiamo il fatto che, anche dopo l’uscita del Moto X, Motorola continuava ad essere in rosso ad ogni trimestre e che i rapporti con i produttori cominciavano a farsi “tesi”, ecco che Google ha deciso di vendere Motorola a Lenovo. Ma queste potrebbero non essere le uniche ragioni.

Qualche giorno fa, infatti, la notizia di un accordo per la condivisione reciproca di brevetti tra Google e Samsung è venuta a galla. Guardate un pò, di nuovo i brevetti, l’unica cosa che Google sembra desiderare da tempo. Inutile dire che con questo accordo, Big G ha ora un fortino incredibile di brevetti.

E qui iniziamo con le speculazioni e le voci che abbiamo sentito. L’accordo con Samsung non prevede solo questo. Aspettatevi, infatti, che Tizen sarà abbandonato. Sembra anche che Google abbia chiesto all’azienda coreana di “smetterla” con la TouchWiz, iniziando a rispettare le regole della UX di Android, e di terminare anche la creazione di “servizi alternativi” a quelli di Mountain View. Non solo, sembra anche che alcuni funzioni “particolari” della TouchWiz verranno integrate stabilmente nelle future versioni del robottino verde.

Questa potrebbe essere una notizia fantastica per tutti gli utenti Android. Samsung (e anche gli altri produttori, se è per questo) voleva qualcosa indietro, qualcosa che potesse dargli una sorta di garanzia sul fatto che Google non volesse rendere Android “proprietario” e diventare come Apple, in sintesi. Ed ecco la “proposta”: vendere Motorola.

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Qui, Google ha visto e colto anche un’opportunità. Ha venduto Motorola ad un’azienda emergente, un produttore Android che si sta espandendo a ritmi elevati e sta puntando al territorio americano: Lenovo. Inoltre, ha potuto liberarsi da un pesante (ed oneroso) fardello. Ovviamente, la perdita dell’operazione è ingente, si parla di circa 7$ miliardi. Ma Google non è del tutto “stupida”, quindi ha inserito nell’accordo con Lenovo che Big G terrà i brevetti più importanti (sì, Google è OSSESSIONATA dai brevetti) e la divisione “advanced technology” di Motorola, dove vengono sviluppati progetti “moonshot” come Project Ara e i tatuaggi-password.
Saremo sinceri, i brevetti e questa divisione non valgono 7$ miliardi, ma è sempre meglio che averli buttati del tutto dalla finestra.
Insomma, sembra che da questo accordo ci guadagnino tutti quanti.

Quindi, ecco che Google torna “pappa e ciccia” con Samsung. E’ una grandissima notizia, secondo noi. Capiamoci, l’aver venduto Motorola significa “aver perso una scommessa” e perso molti soldi, ma se Google riuscisse a “modificare e plasmare” l’atteggiamento di Samsung, questo sarà un bene enorme per tutti, dato che stiamo sempre parlando del maggior produttore Android.

Ah, ultim’ora di Murtazin.. Uno degli ultimi Nexus, sarà di “Lenovorola”.

Nest: ecco il vero team hardware di Google

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Un fatto a cui in pochi hanno pensato è che Google ha appena comprato un’azienda (tra parentesi, più o meno per lo stesso prezzo a cui ha venduto Motorola) che sa disegnare e produrre hardware e, probabilmente, anche meglio di Motorola stessa: Nest.
Stando alle ultime notizie, Google avrebbe “grandi piani” per questa startup e non dobbiamo dimenticare che molti esperti hardware ex-Apple sono arrivati grazie a questa acquisizione.

Insomma, Tony Fadell potrebbe essere il Matias Duarte dell’hardware.

Potrebbe essere davvero questo il grande piano di Google?

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Sempre secondo Murtazin, tutto questo sarebbe solamente il preludio per qualcosa di molto più grande. Qualcosa di incredibile.

Infatti, Google sembra che proverà a stringere accordi simili a quello raggiunto con Samsung con tutti gli altri produttori, provando ad andare a eliminare le “skin proprietarie” e favorendo la “versione Google di Android”. L’eliminazione della linea Nexus per gli smartphone “Google Play Edition” andrebbe a favorire questa transizione, anche se, ovviamente, sarà complicato convincere gli OEM ad abbandonare questi “gusci” che creano attorno al robottino verde.

Se tutto ciò si rivelasse vero, il robottino verde potrebbe essere pervaso da un senso di coesione e guadagnare anche (probabilmente) aggiornamenti veloci, due caratteristiche che mancano (e pesano) davvero tanto nell’ecosistema Android.

Che dire, non ci resta che aspettare le prossime mosse di Google & Co., sperando davvero che il futuro ci riservi tutte queste sorprese.

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