Google Bard: adesso puoi decidere se contribuire allo sviluppo dell’intelligenza artificiale

29 Settembre 2023Nessun commento

Ora hai la possibilità di decidere se permettere a Google di utilizzare i tuoi contenuti online per alimentare la sua Bard AI e qualsiasi futuro modello che potrebbe sviluppare.

come impedire a google l’utilizzo dei contenuti

La procedura è semplice, basta disabilitare “User-Agent: Google-Extended” nel file robots.txt del tuo sito web, un documento che guida i web crawler automatizzati indicando a quali contenuti possono accedere.

Nonostante Google sostenga di sviluppare la sua intelligenza artificiale in modo etico, l’utilizzo dei dati per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale è molto diverso dall’indicizzazione standard del web.

Il VP of Trust aziendale, Danielle Romain, ha scritto in un post che stanno rispondendo alle richieste di editori web che desiderano avere maggiore controllo sul modo in cui i loro contenuti vengono utilizzati nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa, quasi come se fosse una nuova scoperta.

È interessante notare che nel post non viene menzionata la parola “train”, anche se è ovviamente l’obiettivo principale di questa raccolta dati: alimentare l’addestramento dei modelli di machine learning.

Invece, il VP of Trust chiede se desideri contribuire a migliorare l’intelligenza artificiale, sottolineando come la raccolta dati possa aiutare questi modelli a diventare più precisi e avanzati nel tempo.

In sostanza, la questione non riguarda se Google ti sta sottraendo qualcosa, ma piuttosto se sei disposto a collaborare.

Da un lato, questa sembra essere la maniera più adeguata per porre la questione, dato che il consenso è cruciale e la possibilità di contribuire viene presentata come una scelta positiva. Dall’altro, il fatto che Bard e altri modelli siano stati addestrati su enormi quantità di dati raccolti senza consenso mina l’autenticità di questa iniziativa.

La verità è che Google ha sfruttato l’accesso illimitato ai dati web, ha ottenuto ciò di cui aveva bisogno e ora sta cercando il permesso a posteriori per dare l’impressione che il consenso e la raccolta etica dei dati siano priorità. Se lo fossero, avremmo assistito a questa impostazione anni fa.

E su questo tema, Medium ha appena annunciato che bloccherà universalmente i crawler di questo tipo fino a quando non verrà trovata una soluzione migliore e più dettagliata. E non sono l’unico a farlo.

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