Giusto per dare un’idea di quale grandezza stiamo parlando, dobbiamo tenere presente che un Pb corrisponde a 1.000 Tb. Ciò significa che le attuali connessioni Internet disponibili ai “comuni mortali” sono di oltre 1.000 volte più lente rispetto a quanto effettivamente si potrebbe raggiungere con le attuali tecnologie.
Questo risultato straordinario è stato raggiunto da un team di ricercatori provenienti da vari Istituti e per la precisione dall’Istituto Nazionale di Informazione e Comunicazione Tecnologica (NICT), in collaborazione con le Università di Tecnologia di Eindhoven e di L’Aquila. Questi ricercatori hanno impiegato per la prima volta in assoluto un ricevitore MIMO (Multiple Input, Multiple Output) compatibile con multi-bande che è stato poi combinato con il WDM (Wavelength Division Multiplexed) multi-banda e l’SDM (Space Division Multiplexing) multi-core e multi-mode.
L’esperimento è stato un vero successo e la velocità di trasmissione dati ottenuta, come già anticipato, è stata di ben 22.9 petabit al secondo che equivalgono a 229.000.000.000Mb/s. Con questa velocità sarebbe possibile trasferire i dati di tutto Internet per 22 volte al secondo lasciando da parte un po’ di banda a disposizione. A dire il vero, i ricercatori hanno calcolato che avrebbero potuto raggiungere anche la velocità di 24.7 petabit al secondo con una codifica ulteriormente ottimizzata.
Questo esperimento non è servito solamente a stabilire un nuovo record di velocità di trasmissione dati, ma ha segnato un passo significativo verso la creazione di reti di comunicazione in fibra ottica di capacità sempre maggiori e che possano gestire sempre più utenti, in modo tale che siano pronte ad affrontare le crescenti esigenze del traffico dati. Si stima, infatti, che la richiesta di dati in futuro aumenterà di 1.000 volte rispetto a quella attuale.