OnePlus ha affermato che i suoi smartphone con a bordo OxygenOS trasmettono i dati in due diversi flussi: statistiche d’uso e informazioni sul device. Stando alle dichiarazioni dell’azienda, tale procedura è necessaria per “better understand general phone behavior and optimize OxygenOS for better overall user experience”: si tratterebbe quindi di raccolta dati per offrire una migliore esperienza all’utente.
Gli utenti potranno fermare la raccolta di statistiche d’uso disabilitando manualmente l’opzione apposita all’interno delle impostazioni oppure lanciando un semplice comando ADB:
pm uninstall -k –user 0 net.oneplus.odm
In ogni caso, gli utenti non potranno stoppare la raccolta di informazioni sul device, che in teoria dovrebbero aiutare OnePlus a fornire “supporto post-vendita“.
La buona notizia è che l’azienda cinese ha promesso che entro la fine di ottobre tutti gli smartphone con OxygenOS saranno aggiornati con un prompt che chiederà agli utenti se vogliono o meno far parte del programma di raccolta dati. L’azienda ha inoltre dichiarato che cesserà del tutto la raccolta di numeri di telefono, indirizzi MAC e informazioni sul Wi-Fi, dichiarando che tali dati sono stati raccolti per “servire meglio” gli utenti.
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L’azienda ha ascoltato le giuste lamentele degli utenti rilasciando una dichiarazione ufficiale, con conseguente possibilità di scelta di far parte del programma di raccolta informazioni, ma una domanda sorge spontanea: se Christopher Moore non avesse scoperto che l’azienda cinese raccoglie dati all’insaputa degli utenti, fino a quando sarebbe proseguita la raccolta?