La notizia arriva direttamente dal CEO di Spotify, Daniel Ek, che ha pubblicato un articolo nella newsroom di Spotify. Nel post, Ek dichiara che la crescita economica dell’azienda sta andando molto lentamente e i costi di mantenimento stanno aumentando sempre di più, inoltre, ha poi aggiunto una frase molto chiara e al contempo forte: “Oggi abbiamo ancora troppe persone dedite a supportare il lavoro e persino a fare lavoro sul lavoro anziché contribuire a opportunità con un impatto reale“. Ha poi proseguito dicendo: “Con la nostra crescita, ci siamo allontanati troppo da questo principio fondamentale di intraprendenza“.
Si tratta comunque del terzo “giro di licenziamenti” fatto da Spotify solo in quest’anno. Il primo è stato effettuato a gennaio, il secondo a giugno e ora è arrivato il terzo che sembrerebbe anche quello più massiccio, dato che andarà a ridurre il personale di circa il 17%.
Come viene poi specificato dal Wall Street Journal, tutti questi licenziamenti sono dovuti in gran parte alle numerose assunzioni di Spotify durante la pandemia. Dalla pandemia, infatti, il numero totale di dipendenti è quasi raddoppiato. Tuttavia, il CEO ha anche affermato che “ci troviamo ora in un ambiente molto diverso“.
Cosa ne sarà di tutti questi poveri dipendenti colpiti dal taglio al personale? Nell’articolo menzionato poco fa, il CEO dice che i dipendenti colpiti dagli ultimi licenziamenti di Spotify riceveranno circa cinque mesi di salario di liquidazione e l’azienda continuerà a coprire le spese sanitarie.