Google, i Pixel Phone e il 4 Ottobre: è sfida ad iPhone?

23 Settembre 201654 commenti

Google è tante cose. Nell'immaginario collettivo è sinonimo di motore di ricerca, di mappe, di servizi. Per molti Google è il web stesso. Quello però che non è riuscita a fare finora, almeno non del tutto e nonostante Android sia l’OS mobile più diffuso al mondo, è legare indissolubilmente il proprio brand ad un dispositivo rendendolo agli occhi del compratore medio sinonimo stesso di smartphone, alla stregua di Apple e dei suoi iPhone. Ma quest'anno si respira un'aria diversa a Mountain View...

Sembra un paradosso se guardiamo i numeri, ma conosciamo bene la storia di Android. Nei vari mercati ha una percentuale di penetrazione che va da un minimo del 50% fino a picchi dell’86%, ma questo risultato è merito della natura “aperta” del robottino verde, disponibile da sempre in concessione a qualunque azienda voglia utilizzarlo come OS. Da qui nasce l’enorme successo e diffusione del sistema operativo di Google, la quale però ha spesso dovuto pagare dazio in termini di notorietà proprio ai brand che hanno reso Android quello che è. Al momento dell’acquisto, nel pensiero dell’utente non appassionato subentra infatti la logica del brand che “nasconde” Big G dietro nomi come Samsung, LG, Huawei, o chi per loro: in molti casi è un Samsung quello che comprano, non un device Android, né uno smartphone collegato in qualche modo a Google.

E i Nexus? Beh, sono nati come dispositivi di nicchia…una linea guida da seguire per gli OEM, smartphone per sviluppatori e appassionati principalmente. Non scopriamo certo oggi che, quando si tratta di dispositivi, Google ha sempre intrapreso una strada più soft, non associandoli pesantemente al proprio marchio e non pubblicizzandoli a tappeto come fanno ad esempio Apple o Samsung. Chi ha posseduto un Nexus One, un Galaxy Nexus o un Nexus 5, solo per citarne alcuni, lo ha fatto perché voleva un dispositivo per power users, aperto al modding nonché espressione più pura di Android così come lo ha pensato il suo creatore. Nonostante grandi passi avanti a livello di visibilità e marketing (vedi Nexus 5X e Nexus 6P), i Nexus non sono mai stati tra i dispositivi più venduti, né sono nati per esserlo.

Il risultato è stato che a combattere con iPhone per il cuore degli acquirenti alto-spendenti è stata praticamente soltanto Samsung, dietro la quale scalciano e scalpitano, tutte con qualche freno, le varie LG, HTC, Motorola, Huawei, Sony, ecc. Chi per troppo amore per la plastica, chi per poca cura dei dettagli, chi perché non è ancora presente in tutti i mercati, ma hanno tutte qualcosa da recuperare sull’azienda coreana e su Apple in termini strettamente numerici, per quanto Huawei in particolare stia vivendo un’escalation incredibile.

#MadeByGoogle

Ma il trono del miglior smartphone Android è troppo importante per essere lasciato in mani altrui, ecco perché Google ha incominciato un deciso cambio di rotta, che culminerà nell’evento del 4 Ottobre in cui i nuovi Pixel e Pixel XL vedranno la luce. Un percorso che è cominciato con l’abbandono dello storico marchio Nexus a favore di una soluzione “Made by Google” e che sta proseguendo a grandi falcate con una campagna pubblicitaria più aggressiva che espone in prima persona l’azienda. In primis il nuovo sito madeby.google.com dal nome inequivocabile in cui il simbolo planetario di Big G, ovvero la barra di ricerca, si trasforma nella sagoma di uno smartphone (focus sull’hardware dunque, non piu software come è sempre stato). Seguono a ruota le mastodontiche pubblicità comparse in giro per il globo, soprattutto a New York, che riprendono lo stesso motivo ponendo l’accento sul 4 Ottobre e sull’hashtag #MadeByGoogle.

Questo è un messaggio, è un passaggio chiave in cui Google smette di “giocare” e entra seriamente nella battaglia per il miglior smartphone Android puntando tutto quello che ha. Tutti i maggiori OEM hanno provato a scalfire la fama di iPhone con dispositivi top di gamma, ma per un motivo o per un altro soltanto Samsung è riuscita negli anni a raggiungere lo stesso successo di Apple a livello planetario. Ora è il turno di Google di offrire uno smartphone con le migliori specifiche possibili, con gli aggiornamenti piu recenti, probabilmente anche con qualche feature esclusiva (Pixel Launcher? Smart Shortcuts? Vedremo), ma soprattutto con un unico filo conduttore che unirà hardware, software, store, servizi e design sotto un solo, riconoscibile nome: Pixel, ovvero Google.

Un solo ecosistema

Capiamoci, sappiamo bene tutti che i nuovi smartphone di Big G saranno prodotti da HTC, ma a differenza del passato il costruttore non avrà alcuna gloria con il suo brand serigrafato sulla scocca, con il claim Made by Google che fagociterà qualsiasi elemento esterno nel nome di un’unità totale dei vari elementi. Qual’è il segreto di iPhone? Come conquista le masse? Con il design? con iOS? Con lo store e app proprietarie come iMessage? Probabilmente con tutte queste cose insieme, perfettamente armonizzate tra loro. C’è una sola azienda in grado di ricreare tutto questo perché ne possiede (quasi) tutti gli elementi: Google. Ecco il perché del cambiamento: coordinare e controllare ogni dettaglio del proprio prodotto, dal design ai materiali, arricchendolo poi del proprio OS (chissà, forse una versione di Nougat cucita al millimetro solo per i Pixel e il loro hardware, senza lasciare neanche una riga di codice al caso e al bisogno di compatibilità con centinaia di dispositivi), dei propri servizi spesso leader delle rispettive categorie, e del proprio store. E soprattutto, far sapere al mondo che questo armonico device esiste.

Funzionerà? Chissà, forse non subito. Forse la prima generazione di Google Pixel non ci sorprenderà, ma lo farà la seconda. Forse è il primo passo verso l’arrivo di un valido concorrente per iPhone che giochi al suo stesso gioco: hardware (processori dedicati? è un futuro possibile), software, servizi e Store tutti cuciti insieme dalla stessa mano, la stessa che ha disegnato il device.

Personalmente, a prescindere da tutti i dubbi che si possono avere sull’aspetto dei Google Pixel grazie alle foto trapelate in rete (a proposito: se un device in alluminio, di forma rettangolare leggermente stondata, con le bande in plastica per le antenne è “uguale ad iPhone”, allora lo è il 70% degli smartphone del 2016), è per questo motivo che aspetto con ansia il 4 Ottobre, perché sembra essere il principio di qualcosa di nuovo e speciale come lo erano i primi Nexus, una partita in cui Google si espone molto più del passato con delle scelte dalle quali non si torna indietro, nella speranza che venga presentato qualcosa di veramente particolare che racchiuda come sempre la filosofia dell’azienda, ma senza compromessi di alcun genere. In poche parole, Made By Google.

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