Huawei ce l’ha fatta: ha raggiunto la vetta. Credo che farsi commissionare uno smartphone Nexus direttamente da Google sia l’apice e forse il sogno di ogni azienda. Essere scelti da Big G è un po’ come ricevere i complimenti dal capo per l’ottimo lavoro eseguito e, nel caso di Huawei, non possiamo che essere più d’accordo. Nata solo pochi anni fa nel settore smartphone dopo un passato (e presente) da leader indiscusso in ambito reti, la casa cinese si è fatta strada tra i grandi riuscendo a giocarsela alla pari con i top di gamma della concorrenza e stupendo ogni anno sempre di più.
Me veniamo a noi e vediamo se Huawei è riuscita a realizzare uno smartphone degno di portare il marchio Nexus che, negli ultimi anni, è stato revisionato sia dal lato delle caratteristiche sia da quello del prezzo che si è sostanzialmente raddoppiato.
Unboxing
La confezione larga, piatta e squadrata di Nexus 6P è realizzata in cartone bianco e contiene un foglietto con le istruzioni per l’inserimento della Nano SIM e il posizionamento di pulsanti e porte oltre al funzionamento dei cavi in dotazione. Finalmente possiamo parlare di cavi e non di un solo cavo come su Nexus 5X: Google ha infatti generosamente deciso di includere non solo il lungo cavo di ricarica USB Type C – USB Type C ma anche un piccolo cavetto che in una delle due estremità ha il tradizionale connettore USB standard in modo da poter utilizzare power bank e connettere lo smartphone al computer. All’interno della confezione troviamo anche un coupon valido per ottenere 90 giorni gratis di Google Play Music.
L’alimentatore (con porta USB Type C) ha un output da ben 3.0 Ampere, che consente di ricaricare lo smartphone in poco più di un’ora.
Il dispositivo
Nexus 6P ha un design molto particolare che ha fatto inizialmente discutere per forme e dimensioni. Realizzato in alluminio unibody in tre diverse colorazioni (Aluminium, White e Carbon) per quanto riguarda retro e bordi e completamente in vetro sulla parte frontale, mi permetto di esprimere un parere puramente personale: è bellissimo. Tuttavia non è oro tutto ciò che luccica, e qui di luccichii ce ne sono parecchi e sono belli in vista; mi riferisco alle bellissime finiture che segnano ogni angolo, spigolo o bordo di questo dispositivo che, un po’ grazie e un po’ per colpa dei materiali che lo costituiscono, rischiano di graffiarsi troppo facilmente.
Sul retro emerge il classico grande logo Nexus ancora una volta stampato insieme, più in piccolo, a quello Huawei. Più in alto troviamo la prima particolarità di questo smartphone: è infatti presente un rialzo di qualche millimetro ricoperto interamente da vetro nel quale sono presenti fotocamera, doppio flash, auto focus a laser, slot per l’inserimento del jack e ulteriori sensori che richiedevano uno spessore maggiore. Se dai primi leak e in generale dalle foto in rete pareva che tale bombatura fosse molto pronunciata, dal vivo non disturba minimamente l’uso e il design nel complesso. Anche questo componente è soggetto ad usura e posto sempre in pericolo in quanto è la prima parte che poggia ad esempio su un tavolo e il rischio di graffiare il vetro è veramente alto. Poco più in basso troviamo il microfono secondario per la soppressione dei rumori di sottofondo e il sensore biometrico per la scansione dell’impronta digitale identico a quello già visto su Nexus 5X sia come forma, che come dimensioni: circolare, leggermente incavato, segue il colore della scocca posteriore con un anello cromato sulla parete interna. Il riconoscimento è molto rapido e, oltre a consentire lo sblocco del dispositivo, funge anche da “password” per effettuare acquisti su Play Store e utilizzando Android Pay (ove disponibile).
La parte inferiore della scocca posteriore è realizzata in un materiale leggermente diverso e, come tipico di Huawei, nasconde antenne e sensori
Sul lato destro troviamo il bilanciere del volume e il pulsante di accensione zigrinato con una texture molto fine ma poco marcata (sufficiente comunque all’individuazione rapida del pulsante) posto forse un po’ troppo in alto e che risulta a volte scomodo da premere soprattutto in fase di blocco del dispositivo. Se premuto due volte in rapida successione a schermo spento, il power button attiva in qualche frazione di secondo la fotocamera.
Sul lato sinistro è invece presente solamente il lungo slot per la Nano SIM; la memoria non è dunque espandibile e viene – almeno sui Nexus – vanificato il supporto nativo alla gestione delle memorie esterne come archivi interni per l’installazione di applicazioni introdotto con Android 6.0 Marshmallow.
Sul lato inferiore è presente soltanto la porta USB di tipo C, gli altri due microfoni sono posizionati sulla parte frontale. Il lato superiore è esclusivamente dedicato, come anticipato, all’uscita audio jack da 3.5mm.
Frontalmente emerge l’ampio display da 5.7 pollici AMOLED con risoluzione Quad HD (1440×2560) con ben 518 ppi rivestito da un vetro Gorilla Glass 4. Sono inoltre presenti due speaker stereo come sul vecchio Nexus 6 di Motorola che offrono un’ottima qualità riproduttiva che unita a quella del display rendono la visione di video veramente appagante; in chiamata quello superiore svolge il classico ruolo di capsula auricolare mentre in quello inferiore troviamo il microfono. Nella parte alta è presente oltre ai sensori di luminosità e prossimità, la fotocamera da 8 megapixel con affianco un piccolo LED di notifica, disattivato di default.
Di seguito le specifiche tecniche:
Sistema operativo | Android 6.0 Marshmallow |
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Processore | Qualcomm Snapdragon 810 octa-core da 2,0 GHz a 64-bit; GPU Adreno 430 |
RAM | 3 GB LPDDR4 |
Memoria | 32 / 64 / 128 GB interna |
Display | 5.7 pollici AMOLED con Gorilla Glass 4 |
Risoluzione | Quad HD 1440 x 2560 pixel (518 ppi) |
Fotocamera posteriore | 12.3 MP |
Fotocamera anteriore | 8 MP |
Batteria | 3450 mAh |
USB | Type C |
Dimensioni | 159,3 X 77,8 X 7,3 mm |
Peso | 178g |
Tipologia SIM | Nano SIM |
Teardown
Ancora una volta grazie ad iFixit possiamo mostrarvi il teardown di Nexus 6P che ha ricevuto un punteggio di soli 2 su 10 (10 è facilmente riparabile). In breve: non fatelo cadere.
Come il vecchio Nexus 6, non sono presenti viti visibili ma, al contrario invece sempre del precedente modello, rimuovendo il piccolo sportellino che si trova nella parte inferiore del retro dello smartphone, si ha accesso a 4 viti che tengono insieme alcune componenti interne. Scaldando la scocca posteriore è poi possibile disassemblarla abbastanza facilmente.
Positivo come la batteria sia subito visibile e rimovibile senza ulteriori procedimenti a parte scollegare un connettore. Punto negativo invece, come sempre, il blocco LCD/Vetro che non è ufficialmente separabile e dunque molto costoso in caso di rottura. Al contrario invece di Nexus 5X, la porta USB è situata in una piccola scheda a parte insieme ad alcune antenne e vicino al blocco speaker/microfono inferiore. Questo lo rende facilmente sostituibile e con prezzi sicuramente molto accessibili.
Nell parte superiore invece la scheda madre principale è un blocco unico con vari componenti rimovibili singolarmente come la fotocamera Sony IMX377 (la stessa di Nexus 5X) e il connettore jack.
Ciò che rende il Nexus 6P così poco riparabile è principalmente la difficoltà nell’apertura in sé senza danneggiare il vetro posteriore superiore che racchiude i componenti del comparto fotografico che potrebbe dunque dover sempre essere sostituito a prescindere dal danno che si sta cercando di riparare. Se l’obiettivo è poi cambiare il vetro anteriore, è necessario acquistare (almeno ufficialmente) tutto il blocco pre-assemblato di vetro ed LCD che, essendo un QHD da 5.7 pollici, sicuramente non costa poco.
Display
Huawei Nexus 6P monta un display da 5.7 pollici con risoluzione Quad HD (dunque 1440 x 2560 pixel con un totale di 518 ppi su un pannello AMOLED. I colori riprodotti sono molto caldi e fin troppo saturi, è il miglior display mai visto su un Nexus ma non in grado di competere con la concorrenza diretta ad esempio di Galaxy Note 5: Samsung ha una marcia in più oltre ovviamente ad anni di esperienza alle spalle. Buona la gestione automatica della luminosità che non è complessivamente molto elevata, credo sia al di sotto dei massimi standard di molti altri dispositivi ma ciò non compromette la visibilità sotto la luce del sole che è comunque molto buona.
Nexus 6P, come Nexus 5X, integra l’ambient display (ecco perché il LED è disattivato di default) che ci mostrerà in bianco e nero le notifiche alla ricezione o al primo movimento del telefono stesso risparmiando energia e consentendoci di interagire con esse in modo molto rapido.
Altrettanto rapido è lo sblocco tramite il sensore di impronte digitali posto sul retro in una posizione sicuramente favorevole per il dito indice che si trova già “involontariamente” in traiettoria ogni volta che si prende in mano il dispositivo. Molto veloce anche la configurazione dell’impronta che richiede solo 6 tocchi per ogni dito che si desidera registrare, Google garantisce di continuare ad imparare e migliorare l’impronta registrata anche durante il quotidiano utilizzo per incrementare la precisione e la velocità di sblocco.
Come anticipato, a schermo spento è possibile premere in rapida successione due volte il tasto accensione posto sul lato destro del dispositivo per lanciare in circa mezzo secondo la fotocamera. Tale funzionalità è valida anche a schermo acceso ma, per quanto veloce sia il tocco, l’applicazione si aprirà ugualmente in seguito ad una schermata nera causata dalla prima pressione del pulsante che andrebbe a bloccare il dispositivo. Non credo ci sia modo di limitare tale “inconveniente” se non scendere a compromessi: basti pensare ai dispositivi Samsung che, se attivo lo shortcut di S Voice sul tasto home, una volta premuto una sola volta per tornare alla schermata principale occorre attendere qualche istante in più in quanto il software si aspetta una seconda pressione per l’attivazione del controllo vocale. Onestamente preferisco avere uno smartphone reattivo 99 volte su 100 quando blocco/sblocco il display e compatirmi un secondo di schermo nero quella volta che lancio la fotocamera con il doppio tocco a schermo acceso che attendere qualche frazione di secondo in più ogni volta.
Fotocamera
La stessa fotocamera Sony IMX377 da 12,3 megapixel che abbiamo visto su Nexus 5X la ritroviamo anche su questo Nexus 6P ma con qualche miglioria dovuta essenzialmente al processore Qualcomm Snapdragon 810 che consente la registrazione dei video in slow motion fino a 240p ed integra uno stabilizzatore digitale (elettronico) dell’immagine (EIS). Ricordiamo ancora una volta che la particolarità di questo sensore è la dimensione dei pixel di ben 1.55μm che consente di incamerare più luce rispetto ai tradizionali obiettivi.
Chiacchiere tecniche a parte che, seppur importanti, restano solo dati teorici (ne abbiamo visti tanti di smartphone con sensori Sony da 45282052^3 megapixel fare foto al limite della decenza): com’è la fotocamera di questo 6P?
Come la serie Nexus in generale non ha mai potuto competere con i top di gamma concorrenti fino allo scorso anno (dunque nell’era pre-Nexus 6 – anche detto il prenexuseiesimo), anche la fotocamera era parte dei giochi: era buona, si, ma non ai livelli dei diretti rivali. Nel 2014 Motorola ha messo sulla buona strada Google con la propria fotocamera 13 Megapixel e Huawei quest’anno ha completato l’opera.
In certe situazioni alcune tonalità di colori vengono incamerati con un’elevata saturazione che si compensa però con un’ottima resa generale dell’immagine che risulta alla fine rappresentare la realtà al meglio. La modalità HDR come già visto su Nexus 5X è (ed è sempre stata) un po’ lenta sia durante lo scatto sia nel post-processing ma riesce a rielaborare foto in modo veramente impeccabile e spesso vale la pena attendere qualche secondo di più; tuttavia sia la selezione della modalità HDR che quella del flash è disponibile nell’interfaccia principale dell’applicazione fotocamera e non è necessario aprire menu secondari.
La messa a fuoco è molto rapida grazie all’auto focus laser ed è precisa anche in ambienti poco luminosi; tuttavia abbiamo riscontrato delle difficoltà sulle macro dove in certi casi non è proprio possibile in nessun modo mettere a fuoco il soggetto desiderato e occorre allontanarsi ed effettuare lo zoom; speriamo si tratti di un problema solamente legato al software e risolvibile con un aggiornamento.
Nexus 6P, in più rispetto al più piccolo Nexus 5X, offre inoltre la burst mode consentendo dunque di tenere premuto il pulsante di scatto per realizzare fino a 8 scatti in rapida successione e scegliere poi qual è il migliore. Se durante lo scatto burst muoviamo poi il dispositivo o il soggetto inquadrato, verrà realizzata istantaneamente una GIF animata.
Buoni i video che risultano più stabilizzati di quelli di Nexus 5X grazie all’EIS che da una mano sopratutto di sera. I risultati non sono comunque paragonabili con un’ottica stabilizzata in modo analogico. Ottima comunque la registrazione dell’audio in ambienti particolarmente rumorosi grazie ai 3 microfoni.
httpvh://youtu.be/kD74VKusGo8
httpvh://youtu.be/rvJAlWxhIiw
Povera come classico di Android stock l’interfaccia dell’applicazione Fotocamera che presenta in più oltre a foto e video anche la classica modalità Panorama, Photosphere e Socatura obiettvo. La gestione di HDR, Flash e tempo di scatto è effettuabile direttamente dalla schermata principale con semplici tap senza dover aprire ulteriori menu.
Software
Il software presente su Nexus 6P è il medesimo che troviamo su Nexus 5X in tutto e per tutto: le uniche differenze sono quelle evidenziate poco prima per quanto riguarda la stabilizzazione digitale, lo slow motion a 240 fps e la modalità burst. Purtroppo.
Il processore Qualcomm Snapdragon 810 spinto da 3 GB di RAM rendono questo Nexus 6P perfettamente fluido rimuovendo anche quelle poche incertezze notata sul modello inferiore. La fluidità è senza paragoni in ogni circostanza e non abbiamo mai notato particolari surriscaldamenti se non in situazioni dove ce la siamo veramente cercata; in questi casi il metallo della scocca diffonde il calore anche lungo i bordi e può non essere piacevole, ma la dissipazione è comunque buona.
Il software come già detto più di una volta è il medesimo per entrambi i dispositivi, ma non vuol dire che sia necessariamente un bene. Molte aziende produttrici di phablet (categoria nel quale Nexus 6P rientra perfettamente) offrono varie ottimizzazioni per le dimensioni del display e del dispositivo complessivamente che rendono più piacevole l’esperienza d’uso che deve essere differente da quella di un comune smartphone. Google a quanto pare non ci sta e non ha realizzato nessuna personalizzazione per l’utilizzo ad una mano o per le dimensioni o la ridisposizione delle icone (magari con una colonna in più): questa è una grande pecca che rende il Nexus 6P quasi impossibile da utilizzare con una sola mano.
Di seguito vi riportiamo quanto già analizzato nella nostra recensione di Nexus 5X circa quanto introdotto in questa versione stock di Android 6.0 Marshmallow.
Interfaccia utente
Partiamo come sempre dalla schermata di blocco che è rimasta praticamente invariata ma dalla quale è ora possibile ufficialmente sfruttare il sensore di impronte digitali posto sul retro che, stando a quanto dichiarato da Google, consentirebbe di sbloccare il dispositivo in appena 600ms (poco più di mezzo secondo) e su questo nulla da obiettare, funziona davvero rapidamente.
Una volta sbloccato, il dispositivo ci mostra l’ormai tradizionale launcher integrato appieno con Google Now (accessibile con uno swipe verso destra) o semplicemente pronunciando “OK, Google”. L’app drawer è stato ridisegnato e ora è a sfondo bianco con scrolling verticale, questo probabilmente “a causa” dell’introduzione di una prima linea composta dalle 4 applicazioni più utilizzate che sono dunque di rapido accesso. Il pannello di notifica rimane lo stesso visto in Lollipop ed integra anche il toggle rapido per la torcia e la condivisione video tramite Android TV o Chromecast.
Sistema di notifiche
Sempre dalle impostazioni rapide abbiamo accesso al sistema di notifiche per priorità introdotto per la prima volta nella scorsa versione di Android che ha creato da subito un gran scompiglio e che le varie case produttrici hanno adottato e modificando a proprio piacimento creando ancora più confusione tra gli utenti. Google ci vuole un pochino male e se prima erano disponibili le modalità “Tutte”, “Solo priorità” e “Nessuna” ora è stata aggiunta la nuova “Solo sveglie”: una via di mezzo tra Nessuna (rinominata in Silenzio totale) e Priorità.
Ricapitolando, dunque:
- Silenzio totale: verranno bloccati tutti i suoni e le vibrazioni incluse suonerie, notifiche, sveglie, musica, giochi ecc.
- Solo sveglie: il telefono sarà completamente muto e riprodurrà solamente le eventuali sveglie impostate
- Solo con priorità: verranno riprodotte le notifiche impostate con priorità come ad esempio chiamate, sveglie, messaggi ecc.. a seconda dai settaggi dell’utente
La nuova modalità “solo sveglie” è tuttavia stata introdotta nelle impostazioni del volume tramite bilanciere: abbassando infatti completamente il volume si attiverà solo la vibrazione per tutte le notifiche, premendo un’ulteriore volta il pulsante si entrerà automaticamente in modalità “solo sveglie”.
Nuovo dettaglio applicazioni e gestione autorizzazioni
Dalle impostazioni delle singole App, è possibile accedere a un nuovo ed interessante dettaglio di spazio occupato, utilizzo dei dati, utilizzo della batteria, utilizzo della RAM e autorizzazioni concesse. Molto interessante questo ultimo punto che ci consente di tenere monitorato cosa un’applicazione può fare e a quali dati personali o funzioni del dispositivo può accedere; ogni app deve comunque richiedere espressamente l’autorizzazione dell’utente ogni prima volta che tenta di utilizzare una funzione che sia ad esempio la fotocamera, le chiamate, la rubrica, la localizzazione o altro ancora. In questo modo Google è riuscita a garantire la completa sicurezza dell’utente e, in un certo senso, a lavarsi le mani di eventuali problemi di privacy di certi software.
Batteria
Nexus 6P monta una enorme batteria da 3450 mAh che garantisce un’autonomia di una giornata piena di lavoro con un utilizzo intenso senza ricorrere alle modalità di risparmio energetico che preferiamo tenere sempre disattivate. Doze e App Standby svolgono comunque ancora una volta un lavoro immenso per quanto riguarda l’ottimizzazione e il risparmio della batteria che su Android 6.0 è monitorabile con estremo dettaglio applicazione per applicazione.
Doze
Se il dispositivo viene lasciato per un certo periodo di tempo fermo, non in carica e con lo schermo spento, entra automaticamente in modalità Doze tentando ci conservare la batteria restringendo l’accesso a rete e CPU delle applicazioni impendendo anche il sync dei dati. Il sistema poi, periodicamente, disabilita per qualche tempo la modalità Doze e consente alle app di completare le attività rimaste in pending per poi, al termine, rientrare in Doze mode.
App Standby
App Standby consente di determinare se un’applicazione è in stato idle (inattiva) quando l’utente non la sta fisicamente utilizzando. Il sistema ritiene che un’app sia attiva quando:
- l’utente la avvia o la utilizza attivamente
- l’applicazione ha un processo attivo in primo piano o viene richiamata da un’altra app in foreground
- l’applicazione genera notifiche visibili nella schermata di blocco o nella barra delle notifiche
Concludendo, tramite Doze e App Standby ottimizza i consumi di dati e energia delle applicazioni principalmente quando lo smartphone non viene utilizzato ma non ha quasi nessun effetto durante l’utilizzo normale.
Audio e Ricezione
Nessuna nota in particolare per quanto riguarda la ricezione del dispositivo, Huawei è sinonimo di garanzia quando si parla di reti. In chiamata la qualità è ottima sia in uscita che in entrata.
Come anticipato, gli speaker frontali, (obbligatoria la posizione per non incrementare lo spessore ma causa di un allungamento del dispositivo) sono molto potenti e offrono una qualità veramente elevata, al pari di quella offerta da HTC con la serie One.
Conclusioni
Nexus 6P è senza dubbio “Il Nexus migliore di sempre” (per citarne una). Bello, potente, fluido e di nuovo bello. La qualità dei materiali unita alla rifinitura di ogni singolo dettaglio millimetro per millimetro e a un design particolare specie per la bombatura posta sul retro lo rende senza dubbio unico e può piacere o meno. A noi, presumo si fosse capito, è piaciuto molto.
Huawei deve lavorare ancora sui display così risoluti cercando di limitare la saturazione che è davvero eccessiva, mentre Google è ora che insegua la “concorrenza” (che tanto concorrenza non è) e integri funzioni e layout dedicati all’utilizzo semplificato di un 5.7 pollici così risoluto.
Nexus 6P non è ancora ufficialmente disponibile in Italia tramite il Google Store ma è possibile acquistarlo sia su Amazon.it a 649€ oppure, come abbiamo fatto noi, importarlo dagli Stati Uniti utilizzando il servizio di Spedizionidagliusa.com chiamato Personal Shopper a questo indirizzo che lo offre a poco più di 600$ spedizione inclusa (prezzo sul quale, convertito in euro secondo il cambio attuale – che ultimamente è molto altalenante – occorre pagare l’IVA al 22% su quanto dichiarato).