[EDITORIALE] Sony ha perso fiducia nel settore mobile?

26 Febbraio 201572 commenti

Voglio soffermarmi, oggi, su un argomento che risale alla settimana scorsa, ma che segna un passaggio, a mio parere non trascurabile, in quello che è il settore mobile. Sony ha perso la fiducia nei confronti degli smartphone.

A riportare la notizia, è stata la collega Agnese, che lo scorso Sabato, vi ha riferito di come Sony avesse intenzione di abbandonare due importanti settori, quali la produzione di Televisioni e di Smartphone, per concentrarsi sulla fetta di mercato che le concederebbe maggiori benefici per quanto riguarda l’utile netto, nella speranza di ottenere, entro il 2018, un profitto di circa 4 miliardi di dollari.

In un momento in cui il mercato si fa più competitivo che mai, la marcia indietro di Sony appare alquanto significativa. Che cosa ha spinto, dunque, un’azienda di tale portata, come può essere la famosa casa nipponica, ad abbandonare un progetto avviato, su cui erano stati investiti parecchi soldi?

una decade in discesa

Statistic: Sony's net income from 2008 to 2014 (in 100 million Japanese yen/ million U.S. dollars) | Statista

Pensiamo un momento al mercato dei primi anni 2000, quella grande piazza di una decina di anni fa , che doveva ancora vedere l’evoluzione e la rivoluzione portate da menti brillanti come Steve Jobs (in campo mobile ovviamente). Sony a quel tempo era già un pezzo grosso. Un nome importante nel settore tecnologico, associabile ad uno sviluppo ed una rivoluzione senza precedenti. Basti pensare ai numeri da capogiro che registrò con la Playstation. Appena uscita, infatti, ebbe un boom di vendite: in soli 2 anni (1999-2000) il numero di PlayStation vendute nel mondo era di 40 milioni di unità. Anche i videogiochi rilasciati erano tantissimi, tanto da ricordare, almeno nell’immaginario, l’incredibile libreria titoli del Nintendo Entertainment System (NES).

Ebbene, è quasi ironico pensare che, ora, si tenda a preferire dispositivi un tempo considerati “mediocri”, prodotti da brand come Samsung ed LG, o dalle più nuove Xiaomi, Huawei, Lenovo o OnePlus. Qualcosa deve essere successo. In dieci anni l’andamento dell’azienda ha subito mutamenti costanti, fra alti e bassi, costringendo i piani alti ad applicare una soluzione estrema, per evitare che l’azienda subisse l’impatto del mercato, portando l’andamento dei guadagni, a seguire il destino di una Gaussiana.

Statistic: Sony's revenue worldwide by segment fiscal years 2012 to 2014 (in billion U.S. dollars)* | Statista

frammentazione e crisi di identità

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Un fattore determinante è sicuramente il fatto che Sony, in questi anni, non sia riuscita a “capitalizzare” il proprio marchio, in primis con quello che a mio parere è stato un matrimonio fallimentare con Ericsson. Possiamo dire, senza troppe esagerazioni, che la presenza di Sony nel mercato mondiale, è quanto mai evidente. Rispetto alla maggior parte degli OEM, la casa nipponica avrebbe, almeno in teoria, un vantaggio enorme, che però non ha sfruttato, “sedendosi sugli allori” derivanti da un idilliaco passato. Qualcosa abbiamo visto, c’è quell’abbozzo di cross-over fra Playstation e la gamma Xperia, ma nulla di realmente pubblicizzato o comunque diversificato al punto da essere un fattore d’acquisto forte. L’azienda rimane quindi “frammentata” in una miriade di settori, che non possono comunicare fra loro efficacemente, al punto che è stata costretta a disfarsi della sezione VAIO, un tempo linea di PC del tutto rispettabile.

E’ quantomai complesso definire quali siano state le dinamiche che hanno portato a queste scelte di mercato: forse una gestione dell’azienda troppo legata al passato? un sistema troppo fossilizzato e inadatto ai mutamenti costanti? O è la Leadership che è inadatta?

Un secondo motivo, potremmo trovarlo in una sorta di “crisi di identità”. La qualità nei prodotti non manca, molti colleghi ed amici, infatti, sono soddisfatti del loro dispositivo, e non lo cambierebbero. C’è però un “ma”; Nessuno dei top di gamma di Sony, ha saputo incarnare quel “plus” che spinge le persone a compare un determinato device. Dove sono le casse BoomSound, il sensore per le impronte digitali, il rilevatore del battito cardiaco, lo schermo QHD, o una qualsivoglia delle features che oggigiorno ogni smartphone da 600 e più euro, offre? E’ vero che avevamo definito queste “aggiunte” come nient’altro che upgrade, ma sono comunque ciò che ora la tecnologia offre, e che su un device Sony, non possiamo trovare.

Anche nel settore degli smartphone mid-range, l’azienda è vittima di un mercato competitivo, che vede l’ondata di brand cinesi, infrangersi sul fronte Europeo, ed invadere ogni angolo del mercato. Semplicemente i prodotti di Sony, non possono competere con Lenovo, Huawei, ma anche Motorola (che ormai è il leader indiscusso degli smartphone sotto i 180€).

Insomma, in un tentativo di rinnovamento, l’azienda si è in un qualche modo scavata la fossa, tentando di aggredire il mercato con una serie infinita di smartphone che si differenziano quasi esclusivamente per il nome (vedi Xperia M, L, T….), una metodologia già vista in Samsung, e , proprio perché quest’ultima è stata la prima, inattuabile per la terza volta consecutiva (la seconda è stata HTC, ma anche in questo caso…).

chi è causa del suo mal pianga se stesso

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In ultima istanza, potremmo concludere che il reale problema di Sony, sia Sony stessa. L’azienda proverà e ha provato, di tutto per tentare di non essere schiacciata dagli altri colossi del mercato, eppure non ci è riuscita, manca sempre qualcosa di rilevante. Forse la causa è la perdita di idee, la mancanza di lungimiranza, o magari il fatto che ogni volta che torni in negozio trovi un nuovo top di gamma targato Sony, che di nuovo ha solo il nome. Perchè, si, la scelta fatta da Sony, di proporre un nuovo device in meno di un anno, si è rivelata un Flop.

Potremmo considerare questo upgrade incrementale, in meno di sei mesi, come la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si tratta di un vicolo ceco. Proporre un upgrade così minuscolo, seguito da una serie di update è tutt’altro che un fattore di promozione per il brand. Questa tecnica può essere esercitata da brand quali Apple, che possono contare su un marchio saldo e riconosciuto, su un ambiente forte che può spingere la gente a fare la fila alle casse pur di aggiudicarsi l’ultimo prodotto. Ma Sony, per i motivi sopracitati, non ha nessuna di queste cose. Se poi ci aggiungiamo il fattore “crisi economica“, che pesa sulle nostre teste, possiamo dichiarare lo scacco matto. Chi compra un telefono, se deve spendere, vuole una garanzia. Un’azienda che ti propone un upgrade hardware in meno di sei mesi, quale sicurezza potrà mai offrire? Si genera l’effetto contrario, ovvero un allontanamento del possibile acquirente che punta verso prodotti “più sicuri”.

e l’innovazione?

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Chissà forse Sony ha una propria sezione X, proprio come Google, che è pronta a proporci qualcosa di nuovo e strabiliante. Ora come ora spero non si tratti solamente degli SmartEyeGlasses, perché quelli, dal mio modesto punto di vista, sono fallimentari in partenza.

Al modico prezzo di 670€, infatti, a partire da Marzo potrete aggiudicarvi la Developer edition di questi glass nipponici. C’è da dire che il tempismo non è un punto forte dell’azienda. Google, difatti, ha da poco ritirato dal mercato i suoi occhiali intelligenti perché, in parole povere, si erano rivelati inadatti al mercato ed alle esigenze attuali. Sony invece ha deciso di perseverare e mandare in porto il progetto. E il risultato mi ha lasciato alquanto perplesso. Ne riparliamo subito dopo il video.

httpvh://youtu.be/Bx7O_h09HKA

Qualcuno si sarà sicuramente accorto del fatto che sono più i Dislike che i Like al video. Un motivo c’è sicuramente. Non appena il video è iniziato, sono stato catapultato indietro nel tempo, fino ai gloriosi anni ’90. Il display è monocromatico a 8-bit e supporta una risoluzione massima di 419×138 pixel a 15Hz. Inoltre, gli occhiali sono in grado di proiettare simboli, testi e immagini. Design a parte (facciamo finta che anche per questa volta valga il detto “de gustibus…”), quello che mi lascia più perplesso è quel lungo filo che scende dal fianco degli occhiali e che arriva fino a quella sottospecie di walkie talkie delle forze armate, con il quale, attraverso un sensore NFC, potrete accoppiare il vostro device, e controllare gli occhiali. Si, perchè per muoversi fra le schermate, così come per chiamare, o mandare un messaggio con la dettatura vocale, dovrete utilizzare quel grosso controller.

Ora, se Google aveva pensato ad una soluzione quanto più compatta possibile, che fosse poco ingombrante (perché comunque si è costretti ad indossare un modulo), e portatile, e Sony se ne esce con questo prodotto, insomma, vedo poche speranze. Forse puntavano sul fatto che girando il teaser in Italia, il concept sarebbe passato come uno sciccoso prodotto della moda Italiana?

Scherzi a parte, ci vuole ben altro, secondo me, per poter riemergere nel settore tecnologico. Forse un device, unico, questa volta completo e privo di mancanze, con un design rinnovato e accattivante (è dallo Z1 che vediamo solamente mattonelle), potrebbe portare l’azienda al riscatto?

Vedremo cosa ci proporrà la Casa al Mobile World Congress di Barcellona, dove stando alle ultime indiscrezioni, sarà presentato il nuovo Z4 Tablet, con uno schermo più grande ed una fotocamera migliore. Già all’IFA di Berlino, però, una cosa l’avevo notata. Del grande padiglione dedicato a Sony, la sezione smartphone (e relative smartband) occupava una posizione centrale, questo è vero, ma non era il vero focus dell’azienda. Che fosse un segno premonitore?

un retrogusto amaro

Volendo concludere, potremmo riassumere il discorso dicendo che, in definitiva, le mancanze di Sony nel settore mobile, si rispecchiano nell’utenza finale, al momento dell’acquisto del prodotto. Una volta nelle vostre mani, infatti, il device non vi sembrerà “brutto” o inadeguato al prezzo, ma vi comunicherà comunque la sensazione di non essere alla pari con i principali conpetitor. Non sarà un dubbio in grado di farvi rimpiangere l’acquisto, ma una sorta di convinzione che, in futuro, forse prenderete in considerazione l’idea di comprare i prodotti da qualcun’altro.

Come al solito, vi invito a lasciare un commento con le vostre opinioni e i vostri pareri. Sarò ben felice di leggerli. Se inoltre avete altri argomenti di cui vi potrebbe interessare una trattazione, non esitate a proporli.

[L’articolo è frutto di alcune ricerche e riflessioni personali, non mi ritengo un esperto in economia e strategie di mercato, pertanto mi scuso in anticipo se certi passaggi risultano forzati.]

 

 

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